Il fenomeno Barbie

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È stato il film dell'estate, capace persino di influenzare la moda dell'autunno. Stiamo parlando di Barbie che non smette di far parlare di sé

Su Confidenze di questa settimana trovate la moda ispirata al look Barbie, perché a seguito del grande successo del film che ha sbancato il botteghino estivo (con più di un miliardo di dollari incassati in soli 20 giorni), anche le passerelle per l’estate e per l’autunno si sono ispirate alla palette del rosa Barbie.

Mi sono chiesta cil perché di questo “effetto Barbie” che continua a far parlare le persone e così, vinte le iniziali esitazioni, anch’io sono stata al cinema a vedere il film, e vi riporto le mie considerazioni.

Innanzi tutto va detto che per le donne della mia generazione nata a metà degli anni 60 Barbie è stata una vero spartiacque: noi bambine eravamo abituate a giocare con bambole e bambolotti che riproducevano perfettamente un neonato, (vi ricordate il mitico Cicciobello?) . I giochi che arrivavano a Natale andavano dalla classica cucina in miniatura, al passeggino con bambolotto incluso, fino all’immancabile ferro da stiro con tanto di asse in miniatura. Insomma un apprendistato all’accudimento e alla maternità nonché alla casalinghitudine.

L’arrivo di Barbie ha sparigliato le carte, perché Barbie non è più una bambola bambina, ma una donna con le sue fattezze, i suoi lunghi capelli biondi, i vestiti da cambiare per ogni occasione. E allora via alle infinite versioni di Barbie: da Barbie tennista, Barbie ballerina, fino alle evoluzioni di Barbie dottoressa, e Barbie astronauta, a dimostrazione che le donne potevano essere altro da semplici mogli e madri. Ma queste sono arrivate dopo, insieme a tutto il merchandising, quando ero piccola io, c’era Barbie, la sorellina Skipper, la cugina Francis, Ken e quattro vestiti di ricambio.

Questa evoluzione il film la racconta benissimo: tu non sei solo una mamma dice Barbie alle bambine, puoi essere altro, e nell’ìmmaginaria Barbieland, il mondo dove vive Barbie,  le donne hanno tutte posizioni lavorative di successo e sono affermate professioniste come medici, avvocati.

L’altro baluardo che il film riesce ad abbattere è quello della bambola sexy. Negli anni infatti Barbie è diventata un po’ il simbolo di una femminilità fine a se stessa, di una bellezza irreale, troppo leccata e perfettina, quante volte abbiamo sentito dire di una bella donna un po’ troppo concentrata su se stessa e sui suoi vestiti, “sembra una Barbie”, oppure “ è una Barbie senza testa” .

Nel film quando Barbie arriva nel mondo reale e riceve i complimenti e gli sguardi degli uomini, li fredda subito dicendo:” io non ho la vagina” e altrettanto vale per Ken che ammette candidamente di non avere gli organi sessuali.

Anche questo è l’altro mistero che ha sempre avvolto il mondo di Barbie, una bambola che riproduce perfettamente le forme femminili, mettendole bene in evidenza, ma che manca degli organi sessuali, guarda caso quelli riproduttivi.

Alzi la mano chi da bambina vestendo e svestendo la sua Barbie non si è mai chiesta perché, per non parlare di Ken: chi di noi, con quell’ingenuità mista a un po’ di malizia, da bambina, non ha curiosato sotto quel costumino arancione sperando di trovarci qualcosa ed è rimasta delusa?

Nella pellicola di Greta Gerwig gli uomini non fanno una gran bella figura e Ken ne esce a pezzi, giustamente è stato detto che non è un film per bambini perché sono così profondi i messaggi lanciati e così dirompenti che difficilmente un bambino riesce a coglierli.

Barbie è davvero un film femminista, perché il messaggio che passa è che le donne riescono a fare benissimo a meno degli uomini ma non il contrario. Salvo poi trovare una sintesi finale che non vi racconto per chi non l’avesse ancora visto. Dai pareri che ho raccolto in giro durante l’estate, il popolo maschile è rimasto un po’ destabilizzato da questa virata femminista: ci avete tolto l’ultimo baluardo sicuro della bella, ma scema, ha commentato mio marito, per non parlare del resto… Che dire?

Che sia un’ottima operazione di marketing per riposizionare le vendite di un giocattolo un po’ sorpassato (vedi il precedente del film delle Wings) o un colpo di genio dei produttori cinematografici, di certo il film resterà nella storia del cinema per aver dato vita un volto e una voce (quelli della bellissima attrice Margot Robbie) a una bambola che ha accompagnato i pomeriggi e la crescita di ognuna di noi, poi ciascuna si terrà nel cuore la Barbie che più le piace e non è detto che per tutte sia quella del film.  Voi cosa ne pensate?

Confidenze