Meglio in coppia che single

Cuore
Ascolta la storia

Mai accontentarsi. Ma se la dolce metà ti merita, tra la vita di coppia e quella da single vince mille mila volte la prima

Liberi, senza legami. Single è il titolo di un articolo su Confidenze in edicola adesso. E una condizione in cui mi sono trovata raramente in tutta la mia vita.

Dall’età dei primi baci a oggi, infatti, se non accanto a me, almeno nel mio cuore c’è (più o meno) sempre stato qualcuno.

Parto dai vecchi tempi, scomodando addirittura Gianni Morandi. Con il quale mi consideravo “fidanzata” quando io ero bambina e lui interpretava lo spot di una benzina. Nella mia fantasia, infatti, scendeva da una spider e, fighissimo, ravvivava la zazzera per venire a citofonare a me!

Gli stessi innamoramenti li ho avuti più in là (ma non troppo) per Terence Hill e Robert Redford. Dei quali fantasticavo di essere l’adorata mogliettina, immaginando il nostro romantico ménage. Non su un set né su un red carpet, ma nella banalità delle mura domestiche. Dove io preparavo deliziosi manicaretti. E loro li aspettavano trasudando i più festosi sentimenti nei miei confronti.

Poi, sono entrata nell’età delle storielle adolescenziali. Facendo la gioia delle cartolerie, visto che acquistavo tonnellate di pennarelli per riempire le pagine del diario scolastico con i nomi dei compagni che mi piacevano. Scritti, naturalmente, a caratteri cubitali tra fiorellini e cuoricini.

Se devo essere sincera, tali nomi cambiavano con una certa frequenza. In ogni caso, non c’era un giorno della settimana in cui non sentissi il bisogno di esprimere l’amore per qualcuno, almeno vergandolo sulla carta.

Tanta foga, ripensandoci adesso, era un segnale evidente del fatto che nel mio Dna c’era già l’idea di un futuro di vita in coppia.

E così, come dicevo, è stato. Perché dopo la prima relazione importante (quella classica che ti accompagna per tutto il liceo), sono sempre stata innamorata.

Inutile specificare che non è stato tutto rose e fiori e che, ovviamente, sono incappata anche in periodi brutti, litigi, separazioni. Però, ancora oggi sono fermamente convinta che two is better than one. Purché il two ti meriti.

Con questo intendo che, pur propensa ad avere qualcuno accanto, non voglio accontentarmi. Ma se la scintilla si accende, non faccio nulla per spegnerla. Anzi.

A quel punto, vivo il nuovo amore con entusiasmo, abbandonando la stupida prudenza e le inutili convenzioni. Tant’è che a 20 anni sono andata a convivere con un tipo conosciuto da poco. A 24 mi sono sposata con un altro dopo soli cinque mesi dal primo incontro (il papà dei miei figli). E anche nei due importanti legami successivi ho fatto scelte impegnative molto rapide, senza farmi mille pippe.

Certo, ripensandoci è stato un po’ come giocare d’azzardo. Ma di quelle mosse non mi sono pentita. Perché se oggi mi dovessi ritrovare single, avrei una certezza: se nelle questioni sentimentali sono stata ultra felice è proprio perché le ho vissute con tutta l’intensità possibile. Il cuore impazzito. I piedi sollevati da terra. La visione del futuro colorata di rosa. La testa piena di progetti.

Tutte condizioni precluse dalla libertà dai legami. Che ha anche tanti, tantissimi vantaggi. Ma questo è un altro discorso.

Confidenze