La protesta che passa dai capelli

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Le iraniane si tolgono il velo e si tagliano le chiome. Un gesto imitato da migliaia di altre donne nel mondo, che esprime ribellione contro chi soffoca la femminilità e la libertà di essere se stesse

Le iraniane si tolgono il velo e si tagliano le chiome. Un gesto imitato da migliaia di altre donne nel mondo, che esprime ribellione contro chi soffoca la femminilità e la libertà di essere se stesse

La massa fluente e la lunghezza dei capelli delle donne, ricci o lisci, scuri, chiari, rossi, sono state per milioni di anni e sono ancora il richiamo e la grande attrazione che il femminile lancia al maschile, dalla torre in cui, nella fiaba, era rinchiusa Raperonzolo. Torre dalla quale molte donne, ribellandosi (e non soltanto come avviene in questi giorni in Iran!), sono riuscite a scappare proprio tagliandosi i capelli, senza più utilizzarli come una lunga “corda-cordone” ombelicale capace di consentire al “principe azzurro” di raggiungerle e liberarle, come avveniva appunto nella fiaba.

 

Richiami di seduzione

Per secoli le donne hanno portato i capelli raccolti in crocchia sulla testa o stretti nelle trecce o ancora peggio rasati a zero, per il monacale impegno di rinunciare al sesso. In ogni caso, venivano occultati sotto il velo in chiesa e nelle cerimonie religiose, per rispettare la sacralità di luoghi che il piacere seduttivo veicolato dalle loro chiome avrebbe potuto ridimensionare. Ribellarsi a tutto ciò è stato un irrinunciabile segnale di cambiamento, di rottura degli schemi e di libertà per tutti. Significa potersi acconciare come si vuole senza condizionamenti o copertura alcuna. Ne abbiamo oggi un chiaro esempio in quel che accade in Iran dove la ribellione alla dittatura religiosa e politica inizia proprio dai capelli. E se, da sempre, sono state le chiome che fioriscono e/o sfioriscono sulla testa degli esseri umani (ma che proprio per le donne fanno la differenza) ad aver sottolineato, con il mutare dell’acconciatura, il cambiamento dei costumi, è ancora più vero che in questo momento di trasformazioni, le immagini e i video diffusi delle donne iraniane che si tolgono il velo e si tagliano i capelli in piazza, sono il segnale di una rivoluzione che forse soltanto le donne possono definitivamente mettere in atto.

 

il video di una nonna

È infatti una rivoluzione delle idee, dell’immaginario e del corpo quella che l’ottantenne nonna iraniana, Gohar Eshghi, ha voluto comunicare togliendosi il velo e tagliandosi i capelli per poi diffondere questo suo atto con un video alle donne che protestano contro il tirannico regime di Khamenei.

Ma al contempo quel video si rivolge a tutte le donne del mondo che sono in balia della maschilistica ossessione di uomini impotenti che, tenendole sottomesse, sotto controllo e perfino uccidendole (in Italia, dall’inizio dell’anno sono stati commessi al 30 settembre 77 femminicidi), continuano ad alimentare la follia guerrafondaia che ammala il pianeta. Non a caso, infatti, il gesto di tagliarsi simbolicamente una chioma è stato ripreso e rilanciato da star e donne comuni in tutto il mondo. I capelli delle donne veicolano il messaggio di una vita sessualmente vissuta, che si sviluppa, fiorisce, cresce. Tagliarli per protesta sta a sottolineare che nessuna carcerazione, nessuna prigionia, nessun impedimento a esprimere liberamente le proprie idee, è più accettabile. Nè dalle donne né dagli uomini che le rispettano e le amano.

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