Lasciatemi mangiare i cibi “con”!

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Glutine, zucchero e altri ingredienti “pericolosi” arricchiscono i miei cibi? Non ci vedo nulla di male, anzi. Sono onnivora e me ne vanto

Cibi “senza”: sono sempre salutari? è un articolo che trovate su Confidenze in edicola adesso e che mi sono letta tutto di un fiato, perché sono sempre stata scettica nei confronti degli alimenti privati di qualche loro componente.

I miei primi ricordi risalgono agli anni ’70 quando mia mamma, tanto bella quanto in balia delle mode, all’improvviso ha iniziato una dieta molto gettonata fra le star che ha riempito la nostra casa di prodotti recanti la dicitura light.

Così, dopo pranzi e cene all’insegna del burro profuso su tutto quello che ci metteva nel piatto, siamo di colpo entrati nell’era della margarina in versione leggera. E chi di noi, in famiglia, usava  la volgare parola “zucchero” invece della più chic & trendy “saccarina”, veniva bacchettato con severità.

Tutto questo, ovviamente, mi ha segnata nel profondo. E se sostenere che sono andata a vivere da sola giovanissima per sfuggire ai cibi free from è sinceramente eccessivo, vi dico solo che nel carrello della mia prima spesa ho infilato la qualunque, purché trasudasse calorie e porcherie: barattoloni di Nutella, tubetti di latte condensato, forme di pane arricchite con fichi e noci e, naturalmente, un panetto di burro formato maxi (per non sentire nostalgia della cucina ante-dieta della mamma).

La ribellione gastronomica, in realtà, non è durata molto. Perché nauseata da dolci e grassi, alla seconda spesa ho sentito il bisogno di rimettere ordine nelle mie abitudini alimentari. Ma questo non significa assolutamente che mi sia votata ai cibi “senza”.

Visto che digerisco anche i mattoni, infatti, non ho mai visto il motivo di puntare su pasta priva di glutine (questa sostanza, fra l’altro, in assenza di patologie favorisce il benessere del microbiota intestinale) oppure su merendine imbottite di edulcoranti alternativi allo zucchero (sorbitolo, mannitolo o eritritolo per citarne alcuni), che secondo alcuni studi possono addirittura favorire il rischio di diabete di tipo 2.

No. Mi sono limitata a scegliere prodotti il più sano possibile, concedendomi qualche picco che di sano ha ben poco. Quindi, ho stipato il frigo di frutta e verdura, ma anche di insaccati e carne.

E quando dico carne, proprio quella intendo. Perché per me hamburger è sinonimo di manzo o vitello, non certo di ceci. E lo stesso vale per le polpette, che oggi vedo preparate con ingredienti che non fanno di loro delle vere polpette.

D’altronde, il mercato continua a lanciare proposte che non hanno nulla a che fare con la nostra tradizione culinaria. Tant’è che se m’invitano a una spaghettata, tremo all’idea che possa essere di soia. Esattamente come a un barbecue, non vorrei mai e poi mai vedere sulla graticola terrificanti bistecche di seitan.

Perché io a questo gioco non voglio starci. Convinta che l’essere umano sia onnivoro e che debba quindi per natura mangiare di tutto, la mia dispensa attuale prevede kiwi e insalate, ma anche roast-beef, uova e latte. Che compro privo di lattosio solo perché mi piace il suo sapore dolciastro, ideale per accompagnare una bella fettazza di pane e Nutella: il mio alimento preferito in assoluto, alla faccia dell’olio di palma.

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