Le star e i paparazzi: rapporti difficili

Mondo
Ascolta la storia

Una mostra su Ron Galella, re dei paparazzi, mi ha ricordato quando ne ho intervistato uno. E mi ha raccontato come si “catturano” le star

Se siete appassionate di gossip, non perdete l’articolo su Confidenze in edicola adesso, Le riconosci? Tutte le star del re dei paparazzi, con alcune tra le più belle immagini dei divi del millennio scorso, scattate da un genio delle foto rubate. Cioè, da Ron Galella, paparazzo superstar, protagonista dell’omonima mostra in scena a Palazzo Sarcinelli di Conegliano Veneto (Tv) fino al prossimo 29 gennaio.

Il motivo per cui il lavoro di Ron ha avuto un successo planetario è semplice: aveva il dono di riuscire a immortalare personaggi del calibro di Mick Jagger, Sophia Loren, Paul Newman (e tanti altri) quando meno se lo aspettavano.

Una strategia vincente, ma che è valsa al cacciatore di vip parecchi incidenti di percorso. Durante la lunga carriera, infatti, Galella si è beccato un sostanzioso numero di denunce (quando gli andava bene). Ma anche una fracassata di botte. Per esempio, da un furibondo Marlon Brando, che gli ha distrutto la mascella e tirato giù cinque denti in un colpo solo.

Questo fatto la dice lunga sui pericoli che correvano i paparazzi dalla faccia tosta. Ai quali si affiancavano i più pazienti, capaci di appostamenti di una noia mortale. Ma che assicuravano scoop che venivano pagati a peso d’oro.

Sulle cifre, naturalmente, c’è sempre stato un po’ di riserbo. Ma non troppo. Corre voce che Mario Brenna (altro fotografo di fama planetaria) si sia intascato la bellezza di 160 milioni delle vecchie lire per le foto estive di Diana e Dodi, scattate qualche settimana prima che i due morissero sotto il tunnel dell’Alma a Parigi.

Non sono pervenute, invece, le somme sborsate dai giornali scandalistici per il topless di Jackie, vedova Kennedy e neo signora Onassis, sull’isola del marito armatore nel ’72. Né per i clic dell’avvocato Agnelli nudo come un pollo a bordo del suo yacht nel ’77. E neppure per il seno al vento di Carolina di Monaco del ’78.

Comunque sia, si parla sempre di una barcata di soldi. Assolutamente meritati, vista la tenacia con cui gli autori delle foto hanno inseguito quella giusta. Spesso sottoponendosi a sforzi sovrumani.

Lo dico con sicurezza perché nel ’92 ho intervistato Daniel Angeli. Ovvero, il paparazzo che ha immortalato il consulente finanziario John Bryan mentre succhiava un alluce di Sarah Ferguson, allora ancora moglie di Andrea di Inghilterra.

Ebbene, Angeli in persona mi ha raccontato com’è riuscito a mettere a punto il colpaccio, nonostante la coppia clandestina fosse nascosta in una blindatissima villa di Saint Tropez.

Tipo Bagheera, il cacciatore di scoop si è abbarbicato su un ramo di un albero. Ma non uno a caso: l’unico nelle vicinanze della magione più alto della recinzione che avrebbe dovuto garantire la privacy agli amanti. E da lì è sceso tutto anchilosato dopo qualche giorno (e notte), finalmente con il rullino pieno di immagini dell’ignaro texano ripreso nel pieno dell’insolita (e ridicola) effusione.

Ascoltare Daniel è stato davvero interessante. Anche perché mi ha fatto riflettere sulla differenza pazzesca tra la vita dei vip e dei loro inseguitori.

I primi, potenziali vittime costrette a divorziare per colpa di foto “antipatiche” (oltre al caso Ferguson va ricordato quello di Daniel Ducruet, pizzicato in atteggiamenti hot con tale Fili Houteman quando a casa lo aspettava la consorte Stefania di Monaco).

I secondi, invece, carnefici di tanti matrimoni “felici”.

Ma non è tutto. Pur soggiornando nelle stesse località prestigiose, non hanno certo le stesse abitudini.

Tornando ad Angeli e alla Ferguson, per esempio, lui dormiva all’addiaccio. Più che mangiare spiluccava. E trascorreva la maggior parte del tempo nascosto alla stregua di un evaso.

Lei, invece, se la spassava nella dimora da favola. Probabilmente scofanava cibo a quattro palmenti. E appena metteva becco fuori di casa, la notava chiunque.

E’ vero, però, che tutti e due correvano dei rischi per la propria incolumità fisica. Sarah, quello di slogarsi una caviglia precipitando da un tacco 12. Daniel, di incappare in un pestaggio feroce, un ramo spezzato, una fioccinata se si avvicinava troppo a uno yacht.

Ma così va il mondo. Anche quello del jet set: un pullulare di insidie, indipendentemente dalla parte dalla quale si sta.

Detto ciò, appassionata di gossip a livello maniacale, io sono felice come una Pasqua dell’esistenza dei paparazzi. Che mi sono troppo simpatici, anche quando tra moglie e marito mettono… un clic.

Confidenze