Maternità: quello che le donne non dicono

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In gravidanza i dubbi e le ansie non riguardano solo il nascituro, ma anche il rapporto con il proprio corpo. Ne parliamo in una storia vera

Com’è  cambiato negli anni il rapporto delle donne con la maternità? Per decenni la gravidanza è stata considerata un evento quasi da occultare, di una donna si diceva che era “in stato interessante” un’espressione che mi sono sempre chiesta cosa volesse significare. Interessante per chi? Per lei che aspetta il bambino e deve avere maggior cura di sé, per il compagno che sta per diventar padre o perché il fatto di portare in pancia una nuova vita rende agli occhi del mondo quella donna più degna di attenzione?

Ma al di là delle parole, era un dato di fatto che la società imponeva quasi di nascondere il corpo in gravidanza, come un qualcosa di cui vergognarsi o comunque da mimetizzare il più possibile sotto deliziosi abiti pre-maman.

Oggi siamo passati agli opposti. Pubblicità e televisioni ci hanno abituato ad avere davanti modelle che sfoggiano pance prominenti sotto minuscoli top e le star del cinema che hanno mostrato le loro pance in copertina sulle riviste di moda hanno ormai sdoganato il tabù del corpo della donna incinta.

Eppure a questa esibizione pubblica dell’attesa di un figlio, non corrisponde nel privato un’altrettanta sicurezza nel gestire il rapporto con il proprio corpo che cambia. Ogni donna sa che tra le tante incognite che deve affrontare nei mesi magici della gravidanza c’è anche quella del “tornerò in linea come prima?” seguita da: “ ritroverò l’intesa sessuale con mio marito”?

Quando aspettavo mio figlio ricordo che mi riempivo di unguenti e olio per il corpo perché le amiche mi avevano detto che aiutava a prevenire le smagliature. E tra di noi serpeggiava inquietante l’incognita: “ma è vero che cambia la conformazione fisica?”. “Hai visto la tale che fianchi larghi le sono venuti dopo il parto?”.

Sembrano domande superflue, ma non lo sono come dimostra anche la protagonista della storia vera Sei bellissima, raccolta da Valeria Sirabella che trovate su  Confidenze di questa settimana. Per lei guardarsi allo specchio dopo tre settimane dal parto è devastante “ho avvertito una stretta allo stomaco e la terribile sensazione che non sarei mai più tornata quella di prima”. E naturalmente la prima conseguenza è l’allontanamento fisico da suo marito.

C’è tanta attenzione ai mesi della gravidanza, i corsi pre-parto ci insegnano ad arrivare preparate nel corpo e nello spirito al gran giorno, ma dopo, quando il bambino è nato e si torna a casa, si è davvero sole e forse quello è il momento in cui invece c’è più bisogno di aiuto. E allora, perché non istituire anche dei corsi post-parto dove le neo-mamme possano condividere ansie, paure e problemi dei primi mesi da puerpere, compreso il problema del rapporto con il proprio corpo? Alcuni ospedali già lo fanno.

Confidenze