Perché il Natale appartiene a tutti

Mondo
Ascolta la storia

La Sacra famiglia formata da Gesù Giuseppe e Maria porta un messaggio di amore, unità e vicendevole assistenza che va oltre il credo religioso ed è un esempio di come affrontare sfide, rinunce e traversie

Il Natale è poesia, è storia spirituale e fiaba di come un rapporto tra una donna, un uomo e un bambino possa dare vita a un esemplare famiglia. Una famiglia capace di sfidare il tempo e affrontare, con amore, anche cambiamenti, traversie, persecuzioni, rinunce, sfide. E dare un senso sacro, creativo, liberatorio “al non senso” del mistero della vita e della morte.

Il primo parto ”assistito” della storia

Alla radice della tradizione cristiana che celebra il Natale come nascita di un “bambino divino”, venuto al mondo per salvarlo e per salvare i suoi genitori, c’è una famiglia di ebrei composta da Maria, da Giuseppe della stirpe di Davide e da Gesù. Giuseppe è un uomo, uno sposo e un padre che ogni donna, forse, vorrebbe incontrare: ama Maria, crede alle sue parole, accetta la sua condizione di ragazza-madre-vergine, per volere divino. La sposa per tutelarla dal pericolo di poter essere vittima di arcaiche tradizioni, di inaccettabile brutalità, laddove una gravidanza, senza la legale copertura di un matrimonio, meritava la lapidazione per una donna. Giuseppe ascolta l’Angelo e le sue indicazioni e quando, durante il viaggio per il censimento, che è anche una fuga, Maria ha le doglie e partorisce in una stalla (o in una grotta?), c’è solo lui accanto a lei, per il primo e unico parto “assistito” d’ogni storia sacra. In seguito, per tutta la sua vita, lavorando e proteggendoli, Giuseppe rimarrà accanto a Maria. E a Gesù, quell’ingovernabile figlio che è un divino ”bambino-profeta”.Così come dovrebbe essere, in realtà, ogni bambino: divino e profetico, da ascoltare e da seguire poiché ogni bambino è “messia e messaggero”. Maria, poi, è la Madre di Dio laddove l’esaltazione del ruolo materno femminile è assoluta poiché anche il figlio di Dio ha bisogno di una donna, di una madre per venire al mondo e tentare di salvarlo. Gesù, infine, è il prodigioso esempio di ogni rivoluzione del Bene che vede nei bambini, negli adolescenti e nei giovani, i profetici rappresentanti di un futuro che soltanto loro, anche oggi, possono sperare di rendere possibile, nuovo, migliore, risolutivo. Unico!

 Il mio augurio

Questa festa, pertanto, appartiene a tutti. Anche a chi non crede. E anche a chi, culturalmente, non appartiene ai riti della tradizione cristiana. Poiché il Natale radica il messaggio di amore, di unità, coraggio, vicendevole assistenza e armoniosa pace nella sacralità di una famiglia “funzionale”. Una famiglia che è tale poiché crede nei sentimenti, nella stabilità dei ruoli, nella responsabilità dei patti e degli impegni.Una famiglia che può essere guida ed esempio e contrastare vuoti, squilibri, abbandoni e dolorosi crimini del corpo e del cuore che da sempre e ancor più oggi bisogna contrastare. Nella famiglia, nella scuola, nel sociale. In tutto il mondo.

Allora, Buon Natale a ogni famiglia che ha un presepe nel cuore e aspetta che i magi , pur venendo da lontano, si uniscano agli umili, ai pastori, ai contadini per rendere omaggio al Bambino. A tutti i Bambini!  

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Confidenze