Prevenire la demenza senile: le armi a disposizione

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Ci si aspetta che i casi di demenza senile triplicheranno nei prossimi 30 anni. Dobbiamo allora conoscere le strategie che promuovono la salute mentale. E metterle in atto

I progressi della medicina e della tecnologia, insieme al miglioramento delle condizioni socio-economiche rispetto a solo qualche generazione fa, ci hanno regalato un notevole allungamento della vita media. È un trend demografico globale, che vede una crescita della popolazione anziana in molte parti del mondo, Italia inclusa.

Lo scenario è indubbiamente positivo. Ha, però, come inevitabile altro lato della medaglia, l’aumento del rischio di incorrere in un’ampia gamma di patologie croniche: viviamo di più e questo, intrinsecamente, innalza la probabilità che certi processi patologici si sviluppino.

Tra le malattie legate all’allungamento della vita c’è la demenza senile, condizione caratterizzata dalla perdita progressiva delle funzioni cognitive, che compromette la memoria, il ragionamento, la capacità di giudizio, il linguaggio, il comportamento, l’orientamento spaziale, le abilità motorie.

Non si tratta di una singola malattia: “demenza” è un termine generico. Descrive una serie di disturbi cognitivi che possono essere causati da diverse condizioni mediche: malattia di Alzheimer, demenza vascolare (provocata da problemi di circolazione sanguigna a livello cerebrale), demenza a corpi di Lewy e altre forme di demenza ancora.

L’Organizzazione mondiale della sanità stima che oltre 55 milioni di persone nel mondo convivano con una demenza. In Italia si calcola che siano 1,2 milioni i soggetti affetti da demenza e 3 milioni quelli coinvolte nella loro assistenza: la demenza non colpisce solo i pazienti, ma anche le loro famiglie e i caregiver, con un impatto significativo sulla qualità della vita di tutte le persone interessate.

Questi numeri, per giunta, sono destinati ad aumentare: nei paesi occidentali, sulla base delle proiezioni più recenti, i casi di demenza potrebbero addirittura triplicarsi nei prossimi 30 anni.

La prevenzione della demenza diventa allora una questione cruciale, sia per il benessere individuale e delle famiglie, sia per la sostenibilità del nostro sempre più disastrato sistema sanitario. Anche perché, a oggi, per la demenza non esiste cura, bensì solo interventi che possono aiutare a gestire i sintomi e migliorare la qualità di vita dei pazienti.

Non disponiamo di formule magiche che possano escludere totalmente il rischio di sviluppare una demenza, ma le ricerche hanno identificato diverse strategie in grado di contribuire significativamente a ridurre le probabilità di ammalarsi e persino di rallentare la progressione del deterioramento cognitivo. Nel 2020 è stata pubblicata sulla rivista Lancet una revisione di tutta la letteratura scientifica sull’argomento. Ha concluso che circa il 40% dei casi di demenza senile potrebbero essere prevenuti o ritardati grazie a precise modifiche dello stile di vita.

 

Ecco cosa suggeriscono gli studi e le prove esistenti.

 

    • Seguire un’alimentazione sana, equilibrata, antinfiammatoria e antiossidante, che sia quindi imperniata sul consumo di verdura (in primo luogo, quella a foglia verde scuro), frutta (innanzitutto, le bacche), cereali integrali, pesce, carni magre e grassi sani come l’olio extravergine d’oliva, e che invece limiti lo zucchero, i dolci, i grassi saturi, gli alcolici e l’eccesso di calorie.
    • Praticare regolarmente attività fisica, sulla base delle possibilità concesse dall’età e dal proprio stato di forma: camminare, correre, nuotare.
  • Evitare il fumo.
    • Stimolare la mente ogni giorno con attività adeguate: eseguendo cruciverba e puzzle, imparando cose nuove, acquisendo nuove abilità ecc.
    • Avere una vita sociale, interagendo con gli altri, partecipando ad attività di gruppo, mantenendo relazioni ed evitando l’isolamento.
  • Ridurre lo stress cronico, con discipline quali lo yoga, la meditazione o lo stesso esercizio fisico.
  • Dormire bene, sia per qualità del sonno che per sua durata.
  • Controllare i fattori di rischio cardiovascolare e metabolico (ipertensione, diabete, obesità ecc.).

 

Per perseguire alcuni di questi obiettivi (sonno, controllo di peso e pressione sanguigna, disassuefazione dal fumo ecc.) potrebbe essere necessario affidarsi ad aiuti appositi: specialisti, farmaci, nutraceutici, erbe. Personalmente, lo consiglio: sarebbe un peccato rinunciare alle possibilità di cui disponiamo.

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