Ragazzi innamorati, genitori stressati

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Il manuale "Amore adolescente" di Filippo Mittino aiuta i genitori a fronteggiare un teenager alle prese con la prima cotta

Sul numero 22 di Confidenze si parla di prime cotte. Il manuale Amore adolescente, scritto dallo psicologo e psicoterapeuta Filippo Mittino (Bur, 15 euro), aiuta genitori e nonni a destreggiarsi nella foresta dei sentimenti dei ragazzi alle prese con i primi batticuori. Abbiamo fatto una chiacchierata con l’autore a proposito di uno dei momenti più impegnativi per i teenager (e per i loro genitori): la fine della prima storia.

Primo amori, primi dolori. Come reagiscono i ragazzi quando vengono lasciati?

«Può capitare che piangano, si disperino, rispondano male ai genitori. Gesti forti che ci permettono di capire un aspetto importante: a volte i teenager esprimono le emozioni in maniera mascherata. Rabbia e aggressività nascondono, infatti, fragilità e sofferenza. Ed è importante che i genitori focalizzino ciò che avviene davvero nell’intimo dei ragazzi, altrimenti il rischio è fraintendere e, per esempio, interpretare gli scatti di rabbia come gesti eccessivi o maleducati e ricorrere a sgridate e castighi».

Come si sente un adolescente dopo la fine di una storia?

«Quando viene lasciato prova sofferenza, ha l’impressione di non valere niente, di avere perso interesse agli occhi del mondo. Sentire di non piacere più all’altro lo porta a focalizzarsi sui propri limiti e difetti. Non dimentichiamo che il ragazzo innamorato si specchia nell’altro: quando lo specchio gli restituisce un’immagine splendida si sente bene, quando invece gli mostra i suoi aspetti meno belli, prova dolore e disorientamento».

Il genitore può in qualche modo lenire la sofferenza?

«Sicuramente madri e padri non dovrebbero minimizzare il disagio dei figli: le storie tra ragazzi non sono “cose da poco”. Poi, dovrebbero non tanto rassicurare i ragazzi garantendo che presto troveranno un nuovo amore, ma piuttosto contenere il loro dolore, senza essere troppo distaccati, ma neanche troppo simbiotici».

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