Siete tutti invitati al mio funerale

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L'attrice Shannen Doherty, molto malata, sta pianificando il suo. Qualcuno la critica, forse dimenticando che quel giorno arriverà per tutti

Con un certo cinismo e la giusta dose di verità, un mio amico sostiene da sempre che il funerale è l’unica occasione mondana alla quale si può presenziare senza essere invitati.

Della stessa opinione è Shannen Doherty. Tant’è che l’attrice di Beverly Hills 90210, gravemente malata di tumore, ha deciso di pianificare le sue esequie «per evitare che quel giorno ci siano malelingue e ospiti indesiderati venuti solo per attirare l’attenzione altrui e farsi pubblicità» (sono le testuali parole della Doherty).

Proprio di funerali si parla nell’articolo L’ultimo saluto, una festa dell’amore? (su Confidenze in edicola adesso). Che mi ha colpito nel profondo per lo strano rapporto che ho con la morte.

Ovviamente, spero con tutto il cuore che la mia ora sia ancora molto lontana. Detto questo, andarmene definitivamente non capeggia la lista delle paure che mi tengono sveglia alla notte. Ma se, come a tutti, mi piacerebbe che il momento estremo arrivasse nel sonno e senza che me ne accorga, confesso che qualche volte penso alla commemorazione che vorrei: una mega festa!

Premetto che non sono religiosa. Eppure, sono convinta che il funerale debba avere comunque qualcosa di mistico. Perché il passaggio dal mondo terreno della conoscenza a quello dell’Aldilà del tutto misterioso è di tale portata che merita una celebrazione davvero speciale.

Ecco, allora, le mie direttive. Innanzitutto, ci terrei che a occuparsene fosse qualcuno che mi ha voluto molto bene e che mi conosca a fondo. Quindi, disposto a darsi da fare perché l’evento sia organizzato con lo stesso spirito con cui io avrei preparato una festa gioiosa. Con tanta musica, un ricco buffet, una valanga di risate. E, perché no?, anche una folta partecipazione.

Musica. Di brani da segnalare ce ne sono una marea. Per esempio, Knocking on Heaven’s door di Bob Dylan. Il cui testo non c’entra granché con il solenne momento, ma il ritornello evoca comunque un Paradiso che spero mi attenda.

Buffet. Inutile far finta di niente: dopo ogni party gli invitati commentano sempre il cibo. Non solo. Se c’è una persona che ha sempre amato mangiare bene sono io. Due ragioni per cui trovo fondamentale che chi si è preso la briga di venirmi a salutare venga ringraziato con una pantagruelica scofanata.

Risate. Certo, i funerali sono momenti tristi. Ma al mio preferirei che le facce di circostanza lasciassero il posto a tanti visi ilari.

Partecipazione. A differenza della Doherty, sulla gente che vuole venire non metterei nessun veto. Perché, come dice il mio amico, il funerale è indubbiamente un’occasione mondana. Quindi, perché negare ai più socievoli l’opportunità di incontrarsi?

Gli amici veri spenderanno la giornata ricordando con sincero affetto il tempo che abbiamo trascorso insieme. E se gli altri spettegoleranno sul mio conto, pazienza. Dal Cielo assisterò, ormai con l’anima in pace, al loro appagamento nel ribadire quel che già dicevano di me ancora in vita.

Di certo c’è che niente e nessuno mi spingerebbe a togliere alle due fazioni (buoni e cattivi) la gaudente possibilità di approfittare della mia dipartita per vedersi. Né quella di rivedersi dopo anni, dato che i funerali sono una manna per ristabilire contatti persi nel tempo.

Perciò, lo confermo: nel giorno del mio funerale mi auguro di aleggiare su un party festoso, allegro. E, soprattutto, molto affollato. Anche di malelingue imbucate.

Confidenze