Tonno spiaggiato

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Un film che è una satira sulla follia d'amore, una macchina del buonumore, del cinismo e della tenerezza

Il tema è amore e morte- ma quanto si ride! Con Tonno spiaggiato, il film dell’esordiente Matteo Martinez, si entra in un mondo di allegria elementare e sofisticata, cubista e paesana- un mondo che sa d’infanzia. Francesco (Frank Matano), è un bambino di 30 anni che si ostina a fare il comico, ma non fa ridere nessuno. Finche una sera in un locale, nel mezzo del solito fiasco, si mette a sparare battute sulla grassezza di Francesca, la sua fidanzata, e per la prima volta tutti ridono. Un successo strepitoso.

La ragazza (Marika Costabile), indignata, lo lascia. Lui pazzo d’amore si inventa qualsiasi stupidaggine per farsi perdonare, ma non c’è verso. Che fare? E qui, per uno snodo che fa parte del divertimento del film e che non posso rivelare, si mette in testa che l’unico modo per riconquistarla è farle fuori un parente. Punta zia Nanna,  vecchissima, debole, solitaria. Poveretta, sarà una preda fin troppo facile.

Si presenta a lei fingendosi prete, e subito comincia con gli attentati. Ma zia Nanna è un demonio: praticamente immortale, ha un carisma da Napoleone, e lo mette sotto da subito.

Francesco ha idee sempre più geniali e maldestre per eliminarla, ma lei sa come far filare il finto pretino e ne fa il suo valletto, cicisbeo, assistente cuoco, e quando si affetta un dito tagliando le cipolle lei sghignazza «Uh, ti sei messo  paura per un po’ di sangue, ricchione!». È ineffabile il duello fra l’innamorato e la vecchia invincibile, che poi mica è sola, il pretino viene angariato anche dalle sue amiche: una raffinata signora che tira giù bestemmie da marinaio, un’altra che gli frega sempre gli ultimi cinque euro. Ma non si può raccontare, bisogna vederlo il confessionale che zia Nanna allestisce nella doccia, con la tendina tirata, e le tre che inondano il disgraziato coi loro peccati infantili.

Il finale è a sorpresa, con malizia e delizia.  Un film che non ha a che fare con quelli di Zalone, ma ha con essi una grazia in comune: l’innocenza (e l’irriverenza). Tonno spiaggiato è una satira sulla follia d’amore, un nonsense pieno di significato, l’antica lotta fra la Morte e Pulcinella, è una macchina del buonumore, del cinismo, della tenerezza. Uno sberleffo in poesia dove ogni logica è sovvertita e si ride a testa in giù, vagando senza peso, come  nei sogni.

 

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