3 alternative sane alla solita pasta

Natura
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Al massimo cambia il formato, ma che siano penne, spaghetti o paccheri, immancabilmente ti ritrovi nel piatto lo stesso alimento. Porta in cucina una ventata di novità!

Chi vuole farti rinunciare a un bel piatto di spaghetti pomodoro e basilico? Io no di certo. Non c’è niente di sbagliato nel mangiare pasta: con le giuste accortezze, persino chi deve dimagrire può gustare senza sensi di colpa uno dei piatti-simbolo della dieta mediterranea.

Da qui ad invitarti ad abusarne, però, ce ne corre. E l’italiano medio, in effetti, con la pasta tende a largheggiare. Il problema è proprio questo: alla base di un’alimentazione completa e corretta c’è un aspetto fondamentale ed è quello della reale varietà. Se teniamo in considerazione che tra cereali e pseudocereali abbiamo a disposizione almeno una dozzina di opzioni, converrai che, con un minimo di attenzione e consapevolezza, è davvero un gioco da ragazzi scardinare la monotonia a tavola. Voglio proprio suggerirti, allora, di considerare 3 alternative sane e nutrizionalmente interessanti al solito piatto di pasta.

Prima di tutto, però, dobbiamo fare un po’ di chiarezza. Anche se nel linguaggio comune lo consideriamo un alimento a sé (“Preferisci pasta o riso?”, ci capita normalmente di chiedere), in realtà la pasta è una lavorazione più che un alimento. Possiamo infatti acquistare con facilità pasta di grano (o frumento, che dir si voglia), che è la pasta classica che conosciamo e consumiamo tutti. Ma, ormai con quasi altrettanta facilità, troviamo nella grande distribuzione anche pasta di farro, di kamut, di mais, persino… di riso! Per non parlare della pasta di legumi o, se vogliamo estendere lo sguardo anche ai negozi di alimenti bio, ai market di cibi etnici e agli store online, anche di paste più stravaganti, come la pasta di konjac o quella alla canapa. In buona sostanza, da qualunque farina si può ricavare pasta. Che avrà caratteristiche organolettiche e valori nutritivi diversi a seconda della materia prima, al di là del fatto che poi, nel piatto, il prodotto finale si presenterà sotto forma di spaghetti, penne o qualsiasi altro formato di pasta.

Fatte le necessarie precisazioni, dunque, puoi incominciare a dare un turno all’onnipresente frumento con questi 3 cereali e pseudocereali.

1. Miglio No, non lo mangiano solo i canarini: per intere popolazioni, a partire da quelle nordafricane, il miglio è la base dell’alimentazione (un po’ come per noi il frumento). Molto digeribile e naturalmente privo di glutine – e quindi perfettamente adatto a chi soffre di celiachia o di gluten sensitivity -, il miglio si cuoce facendone sobbollire 1 parte in 3 parti d’acqua, finché questa non sarà completamente assorbita. E per condirlo? Prova con un mix di verdure di stagione.

2. Grano saraceno Nonostante la somiglianza terminologica, con il grano non c’entra alcunché. Anzi, il grano saraceno non è nemmeno un cereale, bensì uno pseudocereale: la pianta produce chicchi simili a quelli delle graminacee, ossia i cereali propriamente detti, però dal punto di vista botanico appartiene a una famiglia del tutto diversa (quella delle poligonacee). La farina di grano saraceno è tradizionalmente usata per i pizzoccheri, ma da qualche anno sono in vendita tanti formati di pasta (spaghetti, penne, fusilli ecc.) realizzati interamente con la sua farina. Insomma, se non riesci a rinunciare all’idea del piatto di pasta, con il grano saraceno non hai più scuse. In più, anche il grano saraceno è totalmente privo di glutine.

3. Quinoa Pure la quinoa è uno pseudocereale e, quindi, gluten free. Proviene dalle Ande e ha la caratteristica di essere ricca di proteine (fino al 15% del suo peso complessivo), fibra alimentare, magnesio e vitamine del gruppo B. Cuocila come il miglio, per assorbimento, ma prima sciacquala abbondantemente sotto acqua corrente.

Capiamoci bene, comunque: nessuno di questi alimenti è intrinsecamente migliore del frumento. L’aspetto cruciale, quello che più ti esorto a considerare, è che tuttavia rappresentano degne alternative nutrizionali al classico primo all’italiana. Perché la varietà non è solo il gusto della vita: è anche quello del benessere.

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