Dal diabete si può guarire (o quasi)

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Il diabete è una malattia importante e sempre più diffusa. Un numero crescente di studi dimostra però che la diagnosi di diabete non è una condanna a vita. A patto che...

Il diabete è in costante aumento a livello mondiale, in particolare quello di tipo 2, detto anche diabete dell’adulto, che da solo costituisce il 90% dei casi. È una patologia da non sottovalutare, che insorge quando il corpo non è più in grado di mantenere nei giusti limiti la glicemia, ossia i livelli di zucchero nel sangue. Le eccessive concentrazioni ematiche di glucosio determinano nel tempo gravi e invalidanti complicanze, tra cui malattie cardiache, cecità, danni ai reni, necessità di amputazioni.

Forse però dovremmo smettere di dire che il diabete è una malattia cronica. Continuano infatti a essere pubblicate ricerche che attestano che il diabete può non essere quella condizione irreversibile e temibile che si riteneva (l’ultimo studio, condotto in Scozia e comparso sulla rivista scientifica PLOS Medicine, risale solo a poche settimane fa). Queste evidenze dimostrano chiaramente che nelle prime fasi della malattia la remissione del diabete è possibile.

I pazienti con una recente diagnosi di diabete devono allora esserne al corrente, per agire immediatamente e non perdere per sempre questa opportunità. Ciò vale, ancora di più, per coloro che si trovino nella condizione di pre-diabete, ovvero ad alto rischio di sviluppare il diabete, ma senza ancora la patologia conclamata (controlla la glicemia a digiuno: valori tra 100 e 125 mg/dl identificano il pre-diabete).

Ma cosa bisogna fare perché il corpo non mostri più segni della patologia, per trasformare una malattia normalmente cronica come il diabete in una condizione senza sintomi, priva di complicazioni e in cui non c’è necessità di assumere farmaci?

Se segui abitualmente questo mio appuntamento periodico sul blog di Confidenze, la risposta non ti stupirà: ancora una volta, persino per una patologia grave quale il diabete, la chiave sono gli interventi sullo stile di vita, ovvero i miglioramenti della propria alimentazione e la lotta alla sedentarietà, finalizzati soprattutto – ma non solo – al controllo del peso corporeo. E c’è un’ulteriore buona notizia: per la regressione del diabete non sono indispensabili stravolgimenti dietetici e comportamentali. Possono bastare modifiche circoscritte, posto che siano sostanziali e portate avanti con costanza nel tempo.

Se infatti è indubbio che le perdite di peso significative siano le più efficaci, è altrettanto vero che i dati a nostra disposizione ci dicono che le possibilità di rendere reversibile una malattia come il diabete aumentano in modo potente già semplicemente riducendo del 10% il peso corporeo. Stiamo parlando, in altri termini, di un obiettivo alla portata di tutti, che non richiede immani sacrifici, diete “da fame” o, peggio, interventi di chirurgia bariatrica.

Un’alimentazione impostata in modo da evitare impennate della glicemia e agevolare un buon controllo del peso deve necessariamente prevedere la moderazione dei carboidrati: non solo lo zucchero e i dolci, ma anche l’eccesso di pasta, pane, prodotti da forno vari ecc.

È inoltre cruciale abbassare l’indice glicemico dei carboidrati ammessi nella dieta. Tale finalità può essere perseguita optando per i cereali integrali anziché raffinati e consumando i carboidrati sempre insieme a quantità equivalenti di proteine (pesce, carne, uova, latticini magri), generose porzioni di verdure e un goccio d’olio extravergine d’oliva. Mangia pure la pasta, dunque, ma che sia integrale, in dosi contenute e abbinata a secondo e contorno.

Queste e altre fondamentali accortezze alimentari, affiancate dalla giusta quantità di moto ed eventualmente da nutraceutici adatti a favorire l’equilibrio degli zuccheri, rappresentano il mezzo per silenziare il diabete ed evitarne le pericolose complicanze, se adottate precocemente e con determinazione.

Confidenze