Fibromialgia, cosa possono fare dieta e integratori

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Malattia poco nota, difficile da diagnosticare e da trattare, la fibromialgia si avvantaggia di strategie non farmacologiche, compresa quella nutrizionale. Approfondiamo

È una malattia cronica e complessa, ancora relativamente poco conosciuta, in cui si combinano dolore muscolare diffuso, affaticamento, scarsa concentrazione, difficoltà di memoria, disturbi del sonno, intestino irritabile e ulteriori sintomi, variabili da caso a caso. Anche per chi non ne avesse mai sentito parlare non è difficile intuire perché spesso la qualità della vita delle persone che soffrono di fibromialgia sia sensibilmente ridotta.

Per giunta, la diagnosi non è sempre facile e non pochi sono i pazienti (soprattutto donne, visto che la fibromialgia è più diffusa nel sesso femminile) che devono attendere anni e ricorrere a vari specialisti prima che alla loro condizione venga dato un nome.

Persino la terapia non è così scontata. Le cure proposte ai fibromialgici non sono standard. Dipendono infatti, per larga parte, dalla sintomatologia presentata. Certamente vengono prescritti gli opportuni farmaci (analgesici, antidepressivi), ma sono tenute in considerazione anche altre strategie, quali la fisioterapia, la psicoterapia e la correzione della dieta e dello stile di vita.

Benché manchino dati conclusivi, le ricerche degli ultimi anni hanno infatti verificato che determinati interventi nutrizionali e micronutrizionali possono influire positivamente sulla sindrome fibromialgica e sui suoi sfaccettati sintomi. Il merito è dei tanti effetti benefici che alimenti e integratori ben scelti riescono a esercitare: contrasto dello stress ossidativo, modulazione dell’infiammazione, miglior produzione di energia, ottimizzazione della comunicazione tra sistema nervoso centrale e periferico, controllo del peso corporeo e altri ancora.

Vediamo allora, sulla scorta degli studi scientifici disponibili, a cosa prestare attenzione.

Gli alimenti da ridurre Cereali raffinati, carni trasformate, latticini a elevato contenuto di grassi, dolci e dessert vari, nonché grassi idrogenati (che ancora si ritrovano in tanti prodotti da forno artigianali) sono correlati ad alti livelli di infiammazione nel corpo. In alcuni studi, poi, particolari diete – come la dieta low FODMAP e la gluten free – hanno mostrato efficacia nella mitigazione di certi sintomi della fibromialgia. Un ruolo importante nella malattia sembra avere, infine, la perdita del peso eccessivo, implicata sia nella riduzione dell’infiammazione che nel miglioramento della qualità della vita.

I cibi da consumare di più È stato dimostrato che chi adotta diete ad alto consumo di verdura e frutta e imperniate su pesce azzurro, carne bianca, legumi, cereali integrali e olio extravergine di oliva presenta minori livelli di infiammazione sistemica e stress ossidativo. Insomma, una dieta di ispirazione mediterranea (quella vera, che purtroppo in Italia seguono in pochi) può risultare vantaggiosa anche quando si parla di fibromialgia.

Le vitamine utili Le evidenze suggeriscono che nella gestione della fibromialgia dovrebbe essere considerata l’integrazione di vitamina D, dal momento che ben 2 fibromialgici su 5 presentano una carenza di questa sostanza. Anche le vitamine C ed E, tra i più potenti antiossidanti conosciuti, possono esercitare un ruolo positivo nel controllo di alcuni sintomi della fibromialgia.

I minerali importanti Il magnesio è ritenuto l’integratore con il più alto potenziale nel trattamento non farmacologico della fibromialgia. Un altro minerale utile è il selenio, per la sua capacità di combattere il danno cellulare provocato dai radicali liberi.

Altri nutraceutici interessanti Diversi studi mettono in luce che i soggetti con fibromialgia possiedono un microbiota intestinale alterato e che, di conseguenza, possono beneficiare dell’assunzione di probiotici mirati. Molti pazienti, inoltre, sperimentano effetti positivi nel controllo del dolore, della rigidità e dell’affaticamento con l’integrazione di altre sostanze naturali, tra cui innanzitutto coenzima Q10, SAMe (S-adenosilmetionina), carnitina, creatina, melatonina e Ginkgo biloba.

Ancora una volta, quello dietetico si configura come un trattamento sartoriale, diverso da fibromialgico a fibromialgico. Ma, con la giusta attenzione e il conforto delle più aggiornate scoperte scientifiche, è possibile confezionare l’abito – o, meglio, il menu – adatto a ogni paziente.

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