Considerata un pesce povero, la sardina è invece un concentrato di sostanze salutari e hai almeno 5 buoni motivi per portarla in tavola più spesso
Con la sue dimensioni ridotte e la livrea poco appariscente, la sardina è un pesce umile. Conserva quella traccia popolare che non regge, a prima vista, il confronto con “parenti” ritenuti più nobili, come la cernia, la spigola, l’orata: la loro raffinatezza parla al portafoglio, prima ancora che al palato.
Se però giudicassimo il valore alimentare della sardina dal suo aspetto dimesso, da una fama non blasonata e dal prezzo – tra i più competitivi sul mercato del pesce – saremmo fuori strada. Piccola e saporita, la sardina è un concentrato di sostanze benefiche e dal paragone con altre specie ittiche esce vincente sotto diversi punti di vista.
Questo pesciolino possiede almeno cinque peculiarità nutrizionali, ciascuna delle quali sarebbe sufficiente da sola a far cambiare opinione a chi lo reputa un alimento modesto.
1. A parità di peso, la sardina offre un apporto di proteine persino superiore a quello del branzino e confrontabile con il contenuti proteico del tonno.
2. La sardina è uno dei cibi più ricchi di vitamina B12, sostanza coinvolta nella formazione dei globuli rossi, essenziale per convertire i nutrienti in energia e garantire il buon funzionamento della sfera nervosa.
3. In una porzione media di sardine ci sono 1.200 milligrammi di omega 3, acidi grassi preziosi per il benessere cardiovascolare, la memoria, la luminosità della pelle.
4. Le sardine consumate intere, con la loro lisca, rappresentano uno dei cibi alleati della salute delle ossa, poiché associano a buone quantità di calcio significative concentrazioni di vitamina D, micronutriente indispensabile affinché il calcio si fissi nello scheletro.
5. La sardina si nutre di plancton e questo la protegge dalla contaminazione con residui di metalli pesanti, mercurio in testa, che tendono ad accumularsi nei predatori di grossa taglia, come il pesce spada.
Se aggiungiamo che le sardine sono anche una buone fonte di selenio (un potente antiossidante naturale) e di iodio (il minerale necessario a preservare l’attività della tiroide), abbiamo davvero tanti motivi per portare più spesso in tavola questo pesce.
Un’ultima nota di sapore ecologico vale a riscattare definitivamente la sardina da una posizione di presunta subalternità: la sua pesca è tra le più sostenibili e meno impattanti sull’ecosistema marino.
Ora non hai che l’imbarazzo della scelta: sarde fresche nella pasta per un primo appetitoso, sardine sott’olio nella bruschetta per accompagnare l’aperitivo, oppur sarde al forno profumate al timo?
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