“Latte” vegetale: come scegliere quello sano

Natura
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Di soia, riso e quant’altro: le alternative vegetali al latte sono tante e sempre più apprezzate dai consumatori. I quali però ignorano che spesso hanno a che fare con un cibo-spazzatura

Utilizzate come alternativa al vero latte, le bevande vegetali a base di soia, riso, mandorla, avena, farro, cocco e altre piante hanno guadagnato popolarità in anni recenti, tanto che lo spazio loro riservato sugli scaffali dei negozi di alimentari, e soprattutto dei supermercati, si è ingigantito rapidamente.

I consumatori acquistano queste tipologie di “latte” vegetale per motivi diversi: in presenza di fastidi all’ingestione del latte vaccino o di una franca intolleranza al lattosio, oppure nella convinzione (infondata) che il latte faccia intrinsecamente male alla salute, o, ancora, per considerazioni etiche, oppure, in ultimo, con l’apprezzabile intento di evitare la monotonia a tavola.

Capita anche a me di consigliare le bevande vegetali alternative al latte ai miei pazienti, in genere per tempi limitati, nell’ambito di percorsi di gestione di sensibilità alimentari verso cibi “critici” e mal tollerati, quali, nel caso in questione, i latticini.

Puoi quindi serenamente acquistare anche tu i “latti” vegetali, se lo desideri, a patto che operi le scelte migliori e in piena consapevolezza. Altrimenti il rischio di fare danni alla salute, da un lato, e di ritrovarti tra le mani un cibo-spazzatura, dall’altro, è concreto.

Tieni bene a mente i due seguenti aspetti, allora.

Il “latte” vegetale non sostituisce il latte. Sembrerebbe ovvio, ma non immagini quante persone credono che le bevande di soia, riso & Co. siano un’alternativa equivalente al vero latte sotto il profilo nutrizionale. Nemmeno per sogno. L’aspetto più critico è la mancanza di calcio, minerale vitale per l’essere umano. Se tali bevande vengono utilizzate come sostituto principale del latte e dei latticini devi allora assicurarti di colmare il fabbisogno quotidiano di calcio con altre fonti alimentari. Oppure cercare i “latti” vegetali addizionati artificialmente di calcio. Inoltre, la maggior parte dei drink vegetali ha un basso contenuto di proteine, per giunta pure di scarsa qualità.

Attenzione alle aggiunte. A parte quelle utili, come l’appena menzionato calcio, è reale il problema degli ingredienti non propriamente desiderabili addizionati ai drink vegetali per conferire loro sapori, consistenze e aspetti gradevoli. Così, nella maggior parte di questi prodotti l’elenco ingredienti finisce per essere più lungo di quanto ci si aspetterebbe. Vi figurano zucchero o analoghi dolcificanti (che si aggiungono agli zuccheri naturali, presenti sotto forma di amido nella materia prima: riso, avena, soia ecc.), additivi artificiali della più disparata natura (stabilizzanti, emulsionanti, conservanti, coloranti, aromi artificiali e addensanti, alcuni dei quali potenzialmente nocivi, come la carragenina, che alcune ricerche addirittura segnalano come irritante del tratto intestinale), oli vari e pure il sale. Anche per le bevande vegetali vige quindi uno dei miei “comandamenti” fondamentali: etichetta cortissima. Persino sotto questo profilo salta agli occhi la differenza con il vero latte, che ha un solo ingrediente.

C’è un ultimo punto, che non ha a che fare con la salute, ma piuttosto con il portafoglio: le bevande vegetali tendono ad essere più costose rispetto al latte vaccino. Considerato che il loro ingrediente principale è l’acqua, sovente seguita da un dolcificante, mentre la materia prima che dà il nome alla bevanda a volte si attesta su percentuali risibili del 2-4%, c’è davvero da fare acquisti con la lente di ingrandimento…

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