Malattia renale, la dieta è la cura più importante

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Un’alimentazione adeguatamente impostata è la grande alleata di chi soffre di malattia renale cronica. La dieta rallenta la progressione della patologia e migliora la qualità di vita

Si stima che ne soffra 1 italiano su 10. Ben 6 milioni di nostri connazionali, che per la maggior parte non sanno di essere colpiti da una patologia potenzialmente grave, progressiva e invalidante.

Sì, perché la malattia renale cronica (indicata anche con il suo acronimo MRC) è una condizione silenziosa, che resta priva di sintomi fino al momento in cui il danno è ormai avanzato.

Ma di cosa si tratta, con precisione? Della graduale riduzione nel tempo della capacità dei reni di svolgere efficacemente il compito per cui la natura li ha predisposti, ovvero “ripulire” il sangue, filtrando tossine e scorie prodotte dal metabolismo, e mantenere l’equilibrio dei liquidi e dei sali nel corpo.

All’origine della MRC ci sono diabete, obesità, ipertensione non controllata, malattie autoimmuni, l’uso di farmaci tossici per il rene.

Quando il danno è ormai tale da far sì che i reni non riescano più a funzionare correttamente, si parla di insufficienza renale, che costituisce la naturale conseguenza della malattia renale cronica. Nel momento in cui la perdita della funzione renale è pressoché completa, si rendono indispensabili la dialisi o il trapianto del rene.

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella gestione della MRC. Una dieta adeguata controlla la produzione delle sostanze normalmente eliminate dal rene, rallenta la progressione della malattia renale, riduce il rischio delle sue complicanze, mantiene uno stato nutrizionale ottimale prevenendo la perdita della massa magra e migliora la qualità di vita.

In generale, quella per la MRC è una dieta a ridotto tenore di proteine, sodio, fosforo e potassio e che include quantità moderate di carboidrati e grassi della migliore qualità. Tuttavia, la dieta specifica dipende dallo stadio della malattia, nonché dalle condizioni cliniche del paziente.

Proteine Il consumo di cibi proteici dovrebbe essere limitato, perché la digestione delle proteine produce scarti azotati, che devono essere filtrati dai reni. Tuttavia, una certa quantità di proteine è necessaria per mantenere la massa muscolare. La quota esatta di proteine nella dieta deve essere determinata dal nutrizionista o dal medico. In ogni caso, va data la precedenza alle proteine di alto valore biologico, ovvero quelle contenute in carne, pesce, uova e latticini.

Sodio Può causare ritenzione idrica ed edemi e aumentare la pressione sanguigna, aggravando la malattia renale. La quantità di sodio nella dieta è da limitare a 1.500-2.000 milligrammi al giorno. Ciò significa evitare cibi salati, come snack salati, alimenti confezionati e insaccati. Inoltre, per insaporire le pietanze, va preferito al sale da tavola l’impiego di spezie ed erbe aromatiche.

Fosforo L’accumulo di fosforo nel sangue è in grado di provocare danni ai reni e alle ossa. La quantità di fosforo nella dieta in corso di malattia renale non dovrebbe superare gli 800-1.000 milligrammi al dì. Il fosforo è naturalmente presente in alta quantità in tanti alimenti, tra cui innanzitutto le frattaglie, i formaggi stagionati e quelli confezionati (ad esempio, le sottilette), la frutta a guscio. L’industria alimentare, poi, impiega molti additivi che contengono fosforo, che si ritrovano quindi con grande frequenza nei cibi processati. Presta attenzione all’etichetta, verificando che non riporti, da un lato, parole che contengono “fosf”al loro interno e, dall’altro, additivi indicati dalle seguenti sigle: da E338 a E343, E442, E450, E452, E452, E544 ed E545.

Potassio Come le precedenti, anche questa è una sostanza vitale, ma in eccesso risulta nociva per chi soffre di insufficienza renale. Il potassio dovrebbe essere limitato a 2.000-3.000 milligrammi al giorno. Per contenerne l’assunzione, bisogna innanzitutto controllare il consumo degli alimenti che ne sono più ricchi, a partire da banane, patate, pomodori, kiwi, agrumi, avocado e altra frutta e verdura, compresa quella disidratata.

C’è un esame molto semplice ed economico, che tutti dovremmo fare, a maggior ragione i soggetti che soffrono delle patologie che aumentano il rischio di malattia renale cronica. E’ la misurazione del livello di creatinina nel sangue. Con tale valore è poi possibile calcolare la velocità di filtrazione glomerulare (eGFR), che consente di valutare il grado di funzionamento dei reni, di diagnosticare la malattia e di intervenire in modo tempestivo.

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