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Ritieni giusto che l'esame di maturità torni come prima?

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Il ministero dell’Istruzione ripristina l’esame di Maturità vecchia maniera: ovvero con due prove scritte, il tema di italiano e un secondo elaborato sulle discipline di indirizzo. Gli esami si svolgeranno in presenza e inizieranno il 22 giugno con il tema scelto su base nazionale per proseguire il 23 giugno con la seconda prova di indirizzo. Tutte le prove scritte si svolgeranno in presenza. Per il solo colloquio orale fa sapere il ministero dell’Istruzione, è prevista la possibilità della videoconferenza per i candidati impossibilitati a lasciare il loro domicilio, condizione che andrà, comunque, documentata.

Alla notizia del ritorno delle prove scritte c’è stata subito stata una sollevazione generale da parte degli studenti pronti a scendere in piazza venerdì 4 febbraio e a protestare sotto le finestre del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi per una prova d’esame che, a detta di molti, non tiene conto delle difficoltà incontrate negli ultimi due anni dagli studenti, costretti dalla pandemia a una scuola a singhiozzo, spesso limitata alla sola didattica a distanza. Una situazione che ha accentuato ancor più le disparità sociali, tra chi a casa aveva la dotazione tecnologica adeguata a seguire in autonomia le lezioni e chi invece si è trovato tagliato fuori.

Com’è noto le scuole italiane sono quelle he sono rimaste chiuse più a lungo rispetto agli altri Paesi europei e solo da settembre 2021 le lezioni hanno ripreso in presenza, finora senza interruzioni (anche se le classi in Dad non si contano). Gli studenti, stando alle notizie di agenzia delle ultime ore, avrebbero preferito una prova articolata sulla classica tesina e non l’incognita del tema e dello scritto sulle materie di indirizzo.

Il ministro Bianchi ha così commentato la sua decisione: “Le scelte di oggi rientrano nel percorso di progressivo ritorno alla normalità che stiamo realizzando. Non siamo ancora fuori dalla pandemia, ma già quest’anno, grazie ai vaccini e alle misure di sicurezza decise dal governo, abbiamo garantito una maggiore continuità della scuola in presenza, fin dal primo giorno. Abbiamo tenuto conto, come era giusto fare, degli ultimi due anni vissuti dai nostri ragazzi. Per questo, ad esempio, nel secondo ciclo, affidiamo la seconda prova scritta alle commissioni interne, che conoscono i percorsi personali degli studenti. Dobbiamo rimetterci in cammino verso la normalità e guardare al futuro, lavorare alla scuola che vogliamo costruire insieme”.

Ora che la scuola abbia tanti problemi da risolvere e che i due anni di pandemia abbiano inciso negativamente sulla preparazione e qualità dell’insegnamento dei ragazzi è sotto gli occhi di tutti, ma forse il voler ripristinare un esame di Stato che per molti ragazzi rimane l’unico vero esame della loro vita, e articolarlo sulla capacità di scrivere un tema dopo un ciclo di studi che dura da 13 anni, non è una richiesta così esorbitante. Tanto più alla luce degli ultimi dati sugli esiti delle prove Invalsi relative al 2021 da cui risulta che il 44% degli studenti delle scuole superiori non ha raggiunto risultati adeguati in italiano e il 51% in Matematica (rispettivamente+9 punti percentuali rispetto al 2019 in entrambe le materie).

Non solo, Il 23% dei giovani della fascia d’età 18-24 anni ha lasciato la scuola prima di effettuare l’esame di Stato, oppure l’ha terminata senza acquisire competenze di base minime. Insomma siamo in presenza di un impoverimento scolastico e culturale che peserà sulle generazioni del domani e che va fermato. Alla luce di tutto ciò ritieni giusto che l’esame di maturità torni come prima?

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