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Utero in affitto, reato universale: sei d'accordo?

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Dopo che il Senato ha respinto il regolamento della Commissione europea sul riconoscimento dei figli di coppie gay o nati grazie alla maternità surrogata, negando di fatto la possibilità di registrare all’anagrafe entrambi i genitori, in Italia si è aperto un dibattito che è scivolato subito su un altro terreno, non più quello dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali che si suppone dovrebbero essere uguali a quelli di altri migliaia di bambini,  ma quello della maternità surrogata, meglio nota come utero in affitto.

Su Confidenze di questa settimana trovate un intervento di Maria Rita Parsi sulla tutela dei diritti dei minori, dove la psicoterapeuta ricorda l’importanza per un neonato di restare a contatto con la madre nei primi mesi di vita, periodo in cui la simbiosi prenatale è ancora molto sentita, e ribadendo quanto sia inaccettabile e contro l’interesse del minore la pratica dell’utero in affitto.

Sulla scia di questa polemica Fratelli d’Italia ha presentato lo scorso 23 marzo il disegno di legge firmato da Lucio Malan, capogruppo al Senato e da Isabella Rauti, senatrice e sottosegretario alla difesa, che intende rendere reato universale il ricorso alla maternità surrogata.

Le legge italiana, per la verità, già vieta la pratica dell’utero in affitto, reato definito nella legge 40 del 2006. con pene che prevedono la reclusione da tre mesi a tre anni e una multa da 600.000 a un milione di euro, ma in questi anni si è diffusa la pratica di recarsi all’estero dove la maternità surrogata non è vietata e questo è proprio quello che la nuova legge vuole cambiare: “Le pene si applicano anche se il fatto viene commesso all’estero sia in Paesi europei che in quelli extraeuropei dove tale pratica è legittima” si legge nel testo.

La motivazione è che: “L’utero in affitto offende la dignità della donna gestante, discrimina la madre biologica che dopo la gestazione ed il parto perde ogni diritto sul figlio e riduce i bambini ad oggetto di un mercato su ordinazione” ma la proposta di legge non fa alcun distinguo tra coppie gay ed etero, presentando la maternità surrogata come un reato così grave da essere equiparata a crimini universali che vanno repressi ovunque siano stati commessi e da chiunque.

Dati alla mano (fonte una stima empirica del Corriere della Sera circolata i giorni scorsi) su 250 coppie che praticano la maternità surrogata in Italia, il 90% sono coppie eterosessuali.

Se la proposta dovesse essere approvata, sarebbe sicuramente un duro colpo per questa forma di compravendita che sfrutta il corpo femminile e le donne in condizioni socio-economiche più difficili, e che ogni anno si stima porti un business da 6 miliardi di euro.

Tu cosa ne pensi, sei d’accordo nel considerare la maternità surrogata reato universale?

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