I chiaroscuri del diventare genitori

Cuore
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Spesso la nascita di un figlio ridisegna le relazioni familiari in modo inaspettato. A voi è mai capitato?

L’avvento di un figlio si sa sconvolge la vita della coppia, ma non solo, sono anche le relazioni sociali a cambiare, i rapporti con amici e parenti, diventati improvvisamente estranei perché magari incapaci di condividere con te quella gioia, o viceversa onnipresenti perché stregati dal nuovo nato.

Niente come la nascita di un bambino ha la forza di ridisegnare i confini delle relazioni creandone di nuove, arricchendo le preesistenti o facendo morire quelle non più consone ai nostri stati d’animo. Del tema parliamo su Confidenze nella storia vera Cortocircuito, raccolta da Rossana Campisi, dove una giovane donna racconta proprio come l’avvento della tanto desiderata Mara abbia avuto come ripercussione l’allontanamento dai suoi suoceri con cui fino a poco tempo prima aveva instaurato un rapporto bellissimo.

Sono ormai un po’ di anni che sono diventata mamma e quindi questi argomenti li vivo come un ricordo, però ho davvero ben presente quale spartiacque sia stato nella mia vita la nascita di mio figlio: ci sono state amicizie diventate improvvisamente mute e rimaste sospese per anni perché incapaci di condividere quegli stati d’animo e preoccupazioni che, bisogna ammetterlo, se non si hanno bimbi piccoli, risultano davvero difficili da comprendere. Ma ci sono stati anche legami nuovi, nati dalla frequentazione dello stesso asilo o parco giochi, dalla comunanza delle stesse preoccupazioni e nel mio caso alcune di queste conoscenze si sono trasformate in rapporti di amicizia solidissimi, cementati appunto da anni di gite fatte insieme coi bambini piccoli, spettacoli teatrali e cinema della domenica, e dalla gioia condivisa di veder crescere i propri figli insieme, che è uno dei collanti più poderosi che unisce le persone anche a distanza di tanti anni.

Per contro è anche vero che con la nascita di un bimbo, la vita sociale come la si concepiva prima subisce un duro colpo e davvero, come mi disse una volta un’amica, le persone si dividono tra quelle che hanno figli e quelle che non li hanno, perché diventa tutto più difficile da organizzare con un bambino piccolo, c’è sempre l’imprevisto dell’ultimo momento, e allora anche l’uscita serale già programmata con la coppia di amici rischia di saltare per colpa della febbre del pupo oppure l’aperitivo con le amiche va a farsi benedire perché quella sera tua figlia ha bisogno per la scuola e la devi seguire. Insomma tutto il repertorio che chi è genitore conosce benissimo.

Infine c’è il capitolo dei rapporti familiari: genitori, suoceri, zii, fratelli, sorelle, cognati. Spesso i genitori vengono messi a fare i nonni a tempo pieno e si sentono quindi in diritto di criticare e dare consigli non richiesti, oppure semplicemente spariscono e si limitano a visite saltuarie di cortesia per portare un regalino al pupo. Anche su questo l’animo umano è davvero imprevedibile: ricordo un’amica in montagna che davanti alla dedizione dei miei genitori verso i nipoti mi aveva confessato il deserto affettivo dei suoi suoceri e genitori che si limitavano a brevi visite lampo ai nipotini, lasciando su di lei tutto il carico della famiglia (e non a caso l’amica smise di lavorare con la nascita del secondo figlio). E infatti l’altro grande punto dolente della maternità è il capitolo del ritorno al lavoro che, come succede alla protagonista di questa storia vera, a volte diventa inconciliabile con l’impegno di gestire un bambino piccolo e rappresenta una nuova fonte di stress, perché poi inevitabilmente ci si sente incolpate di “non essere stata capace di tenerti il posto di lavoro”.

Insomma sono davvero così tante e così forti le emozioni e i cambiamenti che entrano in gioco con la nascita di un figlio da ridisegnare e a volte compromettere le relazioni anche con i parenti più stretti, facendo emergere magari i lati negativi delle persone, i loro piccoli egoismi, un po’ com’è successo alla protagonista della nostra storia vera. Come uscirne? Mettendo al centro il bene dei soggetti più deboli, ovvero i bambini, la cui serenità non dev’essere toccata dalle nostre scaramucce.

E a voi è capitato qualcosa di bello (oltre ovviamente alla nascita del pargolo) o di brutto sul piano delle relazioni umane, che ha cambiato drasticamente la vostra vita dopo la maternità? Aspetto i vostri commenti?

Confidenze