Il primo incontro con mia suocera

Cuore
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Per alcune è come un match di pugilato sul ring, per altre quasi una luna di miele. Stiamo parlando del primo incontro con la donna più temuta: la suocera

Il primo incontro con la suocera è uno dei momenti più temuti da ogni donna. Perché quel lasciapassare che si spera di ottenere è spesso e volentieri una conferma in più nel cuore del nostro lui, e siccome di mamma ce n’è una sola, riuscire gradite alla futura suocera è come vincere al totocalcio. Di come sono andate le cose a Cecilia, vi racconta Rosa Russo nella storia vera Una serata memorabile pubblicata su Confidenze.

Io qui voglio condividere con voi un piacevole ricordo di quando conobbi mia suocera, ormai quasi vent’anni fa.

Tanto per cominciare va fatta la doverosa premessa che su di me gravavano aspettative che neanche la Madonna di Fatima avrebbe potuto assecondare: ero la terza moglie e se la riuscita dei due precedenti matrimoni del suo figliolo era fallita (a suo dire anche perché non celebrati in chiesa) quest’ultimo doveva condensare tutta la felicità mancata e quindi io dovevo essere a metà tra Wonder woman e appunto la Santa Vergine.

Comunque ricordo che il mio futuro marito mi aveva debitamente preparato al grande incontro tracciandomi un ritratto inquietante di una donna simile a un’arpia, un generale in gonnella (da loro figli soprannominata “falcao” – in onore del grande giocatore della Roma Paulo Roberto Falcao –  per quel suo vizio di volarti come un falco sulle spalle quando meno te lo aspetti e impicciarsi dei fatti tuoi).

Insomma mi aspettava una suocera nel vero senso della parola, capace di far scappare a gambe levate (ma questo lo sosteneva lui) le due precedenti nuore.

Invece quel giorno a pranzo mi trovai davanti una signora con la vivacità di spirito e l’energia di una ventenne, la parlantina torrentizia e una simpatia travolgente. Mi accolse tra le sue braccia lasciandosi scappare una frase che mi spiazzò: “Che piacere… ma allora, vuol dire che nella nostra famiglia nasceranno altri bambini» alludendo ovviamente al suo desiderio di vedere il figlio crearsi finalmente una famiglia felice.

Non mi ci volle molto a conquistare il suo cuore (diciamo che i precedenti giocavano a mio favore…) e se lei andò avanti a dire per mesi “se son rose fioriranno” quando infine fiorirono (leggi quando nacque nostro figlio,  suo nipote) mi scrisse un bellissimo biglietto di congratulazioni accompagnato da una rosa di seta blu che ancora conservo.

Non dico che tra noi due siano state sempre e solo rose e fiori, ma le cose su cui solitamente ci si sente giudicate (tipo come si tiene in ordine la casa, come si cucina) non mi trovarono impreparata: ai fornelli me la cavo bene da sempre e per quanto riguarda l’ordine in casa, be’ lei era la regina del disordine e nessuno poteva competere con il suo caos cosmico, quindi diciamo che partivo avvantaggiata.

Così come non fece una piega davanti alla mia montagna di scarpe e vestiti (che invece avevano innervosito più di un mio ex-fidanzato) abituata com’era ad andare per mercati e mercatini a comprare di tutto: rotoli di stoffe, tende, pellicce, borse, tovaglie, e naturalmente gli immancabili vestitini per i nipoti. Nei lunghi anni in cui la ebbi ospite a pranzo tutte le domeniche si creò quella complicità familiare che la vide sempre esente dal fare commenti o critiche sgraditi.

Insomma no, per me non è stata una suocera da incubo, e sapete perché? Perché non era di quelle donne chiocce attaccate al figlio come una carta moschicida.

E il vostro primo incontro con la suocera com’è stato? Raccontatecelo.

Confidenze