Quello che le donne non dicono

Cuore
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La storia vera di Miriana Poletti tocca un tema ancora tabù, su cui invece c'è molto da dire

 

La storia vera Il ritorno della cicogna raccolta da Alina Rizzi (che trovate su Confidenze in edicola) affronta con grande delicatezza e sensibilità un tema di cui le donne in genere non parlano volentieri, ovvero la perdita di un bambino nei primi mesi di gravidanza.

I medici stimano che il 15-20% delle gravidanze si concluda con un aborto spontaneo nelle prime 24 settimane di gestazione. Anch’io ho fatto parte di queste statistiche e quando capitò, ormai molti anni fa, tenni per me questo piccolo lutto, senza parlarne con nessuno, nemmeno con le amiche più care. Chiusi la brutta esperienza in un cassetto cercando di guardare avanti e quando anni dopo, con il mio bel bimbo nel passeggino, mi capitò di affrontare l’argomento, magari in quelle conversazioni che si intavolano tra mamme e che scivolano non si sa come in modo spontaneo sul personale, scoprii che la mia esperienza era in realtà comune a tantissime altre donne e che tutte ci eravamo comportate nello stesso modo. Ovvero tacendo.

Come tante lucine che si accendevano una dopo l’altra, le loro confessioni, i loro “anch’io” “anche a me è capitato” creavano una catena luminosa di conforto, un abbraccio seppur tardivo, che forse avrebbe fatto bene a tutte ricevere  a tempo debito, invece di chiudersi ciascuna, nel proprio silenzio, pensando che fosse colpa sua o che ci fosse in lei qualcosa di sbagliato.

Vero è che quando si entra nella sfera intima e personale, non a tutti piace mettere in piazza i fatti propri, ma sapere che quanto è successo a noi capita a moltissime altre persone, aiuta a diluire il dispiacere, a farsi sentire meno sole (non tanto dal punto di vista dell’assistenza sanitaria, quanto sotto il risvolto psicologico) e a guardare il futuro con più ottimismo.

Per questo, leggendo la storia di Miriana Poletti (che è diventata anche un libro, Cicogne in volo) ho pensato che forse sarebbe utile istituire negli ospedali dei gruppi di auto-aiuto per donne che hanno vissuto un aborto spontaneo.

Così come esistono i corsi pre-parto che preparano alla nascita, forse disporre anche solo di una paio di sedute con una psicologa aiuterebbe tante giovani aspiranti mamme ad accettare ciò che la natura dispone, ricordando loro che diventare madri è un’avventura magica che quando inizia non si sa dove va a finire.

Confidenze