Chioggia e il parco del Delta del Po

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Scelta dal New York Times tra le 52 mete da vedere nel 2022, Chioggia, con i suoi canali e i tesori artistici, è una meta perfetta anche per esplorare il Parco del Delta del Po. E rilassarsi in un villaggio immerso nella natura

di Rossana Campisi

Siamo stati un po’ isole, quest’anno. Isole distanziate e distanti, piccoli mondi galleggianti tra timori e test anti-Covid, zattere domestiche sopravvissute a videocall e videochiamate di famiglia. Siamo stati in cerca di un’estate in cui sentirsi isole significava vedere in realtà solo acqua intorno: leggerezza, onde, natura. Niente di più. E se pensate che questo articolo sia l’invito a mollare tutto per andare in un atollo del Pacifico, vi sbagliate. Potete restare in Italia, come la gran parte degli italiani ha scelto quest’anno. Potere sentirvi isole già lungo il tragitto per raggiungere la vostra destinazione.

Siamo in Veneto. Il tragitto si chiama Parco del Delta del Po, un paesaggio immerso nella laguna veneta attraversato dal fiume Brenta e da strade che sopra ponti militari (il Baley) sfrecciano in mezzo all’acqua: a destra acqua, a sinistra acqua. Siamo in un parco che è riserva della biosfera dell’Unesco, e precisamente nella parte veneta del parco: 786 chilometri quadrati, di cui oltre 160 sono valli e lagune. Un dedalo di stradine fiancheggiate da canali che possono portarvi alla foce del Po e che sembrano a senso unico: siamo dalle parti di quella che chiamano la piccola Venezia, ovvero Chioggia, scelta tra le 52 mete da visitare nel 2022 dal New York Times. Si dice che parte dei veneziani che insediarono le isole che oggi formano Venezia, scapparono proprio da Chioggia dopo le invasioni barbariche. Col tempo la cittadina è diventata famosa soprattutto per le sue saline, un tempo preziose nella conservazione del cibo. Oggi è una città marinara tagliata a fette dai canali e cucita dai ponti. Fondata da Clodio, fuggito con Ebea alla distruzione di Troia, ha cambiato tanti nomi: Clodia, Cluza, Clugia, Chiozza, Chioggia. Oggi ha un nome ancora più completo: Chioggia, città d’arte. perché in effetti a parte il fascino veneziano che si respira ovunque, le caratteristiche imbarcazioni chioggiotte denominate “Bragozzi” con le loro vele variopinte, il mercato del pesce (vera anima della città), il Corso del Popolo, piazza Vigo con il suo bellissimo ponte, non mancano musei e monumenti che le danno giustizia (dentro la chiesa del Duomo, per dire, c’è una tela del giovane Tiepolo molto intima): serve solo fermarsi a visitarla, fare insomma una pausa nel viaggio che in genere ha un’altra meta nei paraggi, ovvero Venezia.

E non dimenticarsi però della rivalità che le legò per secoli. O magari ancora oggi. In piazza Vigo,per l’appunto, dove partono i battelli per Pellestrina e per Venezia, sorge una colonna in marmo greco con capitello bizantino che regge un leone di San Marco. Viste le sue piccole dimensioni è stato battezzato “Gato de Ciosa” (il gatto di Chioggia), e a quanto pare gli abitanti di Chioggia non ne vanno per niente fieri. Mai prendere il discorso con i locali insomma… Anche perché: vi ricordate le baruffe chioggiotte di Goldoni? Il carattere focoso degli abitanti di Chioggia con il loro singolare dialetto, completamente diverso da quello veneziano, è famoso. Basterebbe ascoltare con attenzione quando la gente parla in strada per fare anche un’esperienza turistica sonora. Chioggia, con i suoi locali protagonisti della movida, resta insomma un punto di partenza e di arrivo per una vacanza che potrebbe avere come base Isolaverde, una località dove sorge da 50 anni Isamar Holiday Village (foto sotto).

Ventimila mq dedicati allo sport e al gioco di ragazzi e bambini. Otto piscine (anche riscaldate), quattro campi da tennis e tre da calcio, uno da basket, un altro da volley e uno da minigolf professionale (tutti dotati di illuminazione notturna fino alle 23): si possono seguire gratuitamente anche le Academy di calcio, tennis e basket, condotte da istruttori professionisti. E poi spazi con gonfiabili, giostre e un grande parco in erba. Le abitazioni come vere isole tra viali di oleandri, filari di rose e siepi di ortensie sono mobili: le chiamano chalet e sono immerse in un’area verde di 35 ettari, affacciata sul mare, con ampia spiaggia privata, un centro wellness, animazione internazionale e un diving center che organizza immersioni in mare aperto per conoscere lo splendido parco marino delle Tegnùe di Chioggia. I pescatori le hanno sempre chiamate Tegnùe per la loro capacità di trattenere e rompere le reti. Sono le rocce sommerse del nord Adriatico, dei veri e propri reef naturali, occupano un’area di circa 35 km e stanno diventando un punto di riferimento per i sub più appassionati: spugne, anemoni, piccoli paguri, ma anche gronghi, corvine bavose, castagnole, sacchetti e scorfani. I più piccoli possono iniziare con il Battesimo dell’acqua, muniti di bombole e attrezzatura su misura, nella piscina del villaggio.

A pochi chilometri da qui, sorge Barricata Holiday Village (foto a sinistra), un glamping completamente immerso nel Parco del Delta del Po dove è possibile anche fare corsi di equitazione e vedere tramonti indimenticabili. Del resto, in ogni isola che si rispetti, ogni desiderio trova pace solo davanti a una linea, quella del tramonto: ci avete fatto caso?

Foto: courtesy Isamar/Barricata Holiday Village
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