A una ragazza che non si sente libera

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In vacanza con le amiche, Flaminia sognava solo di divertirsi, ma i divieti imposti dal Covid hanno complicato i suoi piani. Qualche riflessione su un periodo che impone pazienza e consapevolezza

 

Quest’anno, il 60% degli italiani si gode una vacanze di una o due settimane (fonte: Younited). Un piacevole momento di relax? Non per tutti. C’è anche chi, incapace di fronteggiare un periodo delicato come la pandemia, è insofferente a regole e limitazioni.

Cara Flaminia, mi hai raccontato le tue prime vacanze senza la tua famiglia, con le amiche: pregustavi due settimane di divertimenti invece, partita a luglio, sei rimasta intrappolata in una per te sgradevole rete di limitazioni.

IN QUESTI MESI MOLTI GIOVANI HANNO SOFFERTO
«Io e il mio ragazzo ci eravamo appena lasciati e partire con Emilia e un’altra amica mi sembrava un’ottima idea per ricominciare a sorridere dopo un momento delicato.Temevamo che una vacanza in un villaggio turistico ci sarebbe andata stretta e abbiamo scelto 10 giorni “on the road”. Purtroppo, limiti e restrizioni ci hanno seguite ovunque. Perfino in un albergo a San Vito di Cadore (Bl) in cui eravamo praticamente le uniche ospiti, ci hanno riprese perché non abbiamo indossato la mascherina appena entrate nella hall. Le poche persone presenti, per lo più anziane, ci stavano osservando con disappunto. I loro sguardi taglienti mi hanno fatta sentire in colpa: per quelle persone eravamo solo potenziali “untrici”. Per non parlare dell’impossibilità di andare a ballare, del fatto che, tra noi, una ragazza non era vaccinata, e ogni volta che cambiavamo hotel doveva rifare il tampone… Tutto questo ha reso le nostre vacanze pesanti, limitate. Tristi, insomma».

Cara Flaminia, comprendo il disagio che hai dovuto affrontare: sei giovane e, in vista delle tue prime vacanze senza la famiglia, sognavi di rilassarti e divertirti. Non hai, però, tenuto conto del periodo storico in cui viviamo. Credo, infatti, che oggi più che mai sia necessario prendere atto del fatto che, come si dice, “la tua libertà finisce dove comincia la mia”. Insomma, i nostri bisogni devono incontrare e rispettare le necessità degli altri. In questi mesi, molti giovani si sono sentiti prigionieri e fortemente condizionati dalla pandemia: non si sono potuti incontrare, non hanno condiviso momenti di studio e svago. Inoltre, per tutelare soprattutto gli anziani, molti ragazzi non hanno potuto frequentare nonni e zii per parecchio tempo. Hanno temuto di perdere gli affetti, di restare soli. Però, cara Flaminia, sai bene che molti tuoi coetanei si sono ribellati a questa situazione, per esempio rifiutando d’indossare la mascherina, assembrandosi nelle strade, organizzando feste clandestine con numerosi invitati. Si sono ribellati perché erano insofferenti, affaticati, sofferenti. Io credo, però, che il disagio che tutti viviamo possa essere considerato una grande lezione di vita: a causa del Covid è morta tantissima gente e ci siamo ritrovati a fare i conti con numerosi limiti e divieti. Abbiamo vissuto e dobbiamo elaborare un lutto collettivo. Un pesante lutto che riusciremo a superare solo quando saremo in grado di vedere la situazione con lucidità, comprendendo anche le ragioni degli altri e gli esiti delle nostre azioni. Ti abbraccio con affetto.

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