Depressione da Covid: è allarme

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Dall'inizio della pandemia sono quintuplicati i casi di persone depresse. Come riconoscere i sintomi della depressione vera? A chi rivolgersi?

La depressione rappresenta la prima causa di disabilità a livello mondiale con un forte impatto su donne, giovani e anziani. L’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sulla Salute Mentale stima in quasi un miliardo il numero di persone che nel mondo convive con un disturbo mentale.

Purtroppo l’emergenza sanitaria causata dal Covid-19 ha provocato un significativo incremento dei disturbi psichiatrici e per quanto riguarda la depressione in Italia i casi sono quintiplicati negli ultimi mesi mettendo in allarme la sanità e le istituzioni.

Dall’inizio della pandemia 2.000 persone si sono rivolte al Numero Verde della Croce Rossa Italiana (800.065510 ) per parlare di questi e altri disagi con uno psicologo e in occasione della Giornata Mondiale della Salute mentale del 10 ottobre il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato di un’altra pandemia invisibile parallela al Covid, che ora è venuta allo scoperto. Il disagio psichico.

Nel nostro Paese sono già circa 830.000 gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici italiani e quasi 7 pazienti su 10 sono over-45. Per i prossimi mesi si stimano addirittura fino a 150.000 casi in più di depressione maggiore a causa del Covid e ad esserne colpiti non saranno solo le persone già soggette, ma anche altre fasce della popolazione come i giovani per esempio o le persone rimaste senza lavoro.

Ansie, incertezze e paure per il futuro, sono i sintomi più diffusi e specie tra la popolazione più anziana over 65 si riscontra un generale stato di prostrazione. Nei mesi del lockdown la Società Psicoanalitica italiana aveva messo a disposizione con il Ministero della Salute un Numero verde di ascolto gratuito (800833833 ), ora purtroppo non più attivo, che ha ricevuto più di 8.000 chiamate.

Una recente indagine condotta da Feder Anziani su un campione di 645 over 65enni ha evidenziato dati allarmanti: l’80% è terrorizzato dalla paura di prendere il Covid e il 19% di morirne, Il timore più grande poi è quello di contagiare i propri cari o essere infettati dai propri familiari (38,6% del campione), seguito dalla paura di essere intubato (36,4%), di finire in ospedale (34,7%), e di morire da solo senza i propri familiari accanto.

Molte persone in questi mesi di relativa quiete dal contagio non sono mai uscite da uno stato di auto-isolamento riducendo al minimo la vita sociale. Guardando al futuro c’è da credere che la situazione non migliori. Come affrontare quindi la ricaduta psicologica della pandemia su di noi?

Innanzitutto bisogna saper distinguere tra tristezza malinconia e depressione vera e propria. Questa porta con sé dei sintomi molto evidenti che trovate ben descritti nella storia vera pubblicata su ConfidenzeSenza nome” dove la protagonista così si racconta: “All’improvviso con prepotenza, senza bussare, è entrata dentro di me, chiudendo la porta. Quella porta è il mio stomaco. Da ora so che non riuscirò a ingerire nulla. Questo è il primo sintomo, poi seguono tutti gli altri: abbattimento morale, seno di inadeguatezza, voglia di piangere, e una strana paura che provoca tedio allo stomaco. Non servono rimedi è un male dell’anima”.

Vi ho riportato il brano del racconto perché uno dei punti cruciali per molti è la negazione della malattia, il rifiuto di dare a essa un nome preciso e persino di prestare attenzione ai suoi sintomi, per non parlare del conseguente rifiuto di ogni possibile cura farmacologica.

Spesso ci si vergogna ad ammettere le proprie debolezze, si ha paura che vengano scambiate per disturbi mentali e quindi di essere additati come pazzi o squilibrati, e si ha paura anche di andare da un medico per timore di assumere farmaci. Ma in un momento difficile come questo, con l’emergenza Covid che di nuovo ci costringe a casa e ansia e solitudine che bussano alla porta, è importantissimo che le persone non vadano lasciate sole e qui i medici di base, i consultori e i centri per la salute mentale possono fare molto.

Fondazione Onda, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale del 10 ottobre ha coinvolto gli ospedali del network Bollini rosa (www.bollinirosa.it) per offrire servizi gratuiti clinico-diagnostici e informativi alla popolazione femminile (visite psichiatriche, counselling psicologico, test di valutazione del rischio di depressione). E poi c’è il Numero Verde di Progetto Itaca che da 20 anni fa iniziative di supporto alle persone con disagio psichico e offre sostegno alle loro famiglie in collaborazione con le strutture pubbliche. La linea di ascolto 800274274 ad estensione nazionale è specifica per la psichiatria. È attiva da lunedì a venerdì dalle 9 alle 22.30 e la domenica dalle 15.30 alle 19 (per chiamate da cellulare 02 29007166) . Si tratta di un servizio mirato a chi soffre di depressione, ansia, attacchi di panico, disturbi alimentari, psicosi e ai loro familiari.

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