Libertà di cura

Mondo
Ascolta la storia

Eleonora ha sfidato la medicina ufficiale, rifiutando le cure invasive contro i tumori. I genitori sono stati denunciati per aver condiviso la sua scelta. Ma esiste la libertà di cura?

Eleonora è morta di leucemia a 18 anni, rifiutando la chemioterapia. I suoi genitori, che l’hanno appoggiata nella sua scelta, ora sono indagati come malfattori e saranno chiamati dalla legge a rispondere come “colpevoli”.

Il primario del reparto oncologico li aveva denunciati al Tribunale per i minori, e il giudice aveva tolto loro la podestà genitoriale. A me sembra un atroce nonsense, una crudele impostura. Come se ci fosse una cura certa per i tumori! Ma non c’è! E per quelle migliaia e migliaia di persone che muoiono ogni giorno di quel male, dopo essere state massacrate dalla chemioterapia, vengono forse denunciati i medici?

Poco tempo fa sono stata al funerale di un’amica, uccisa da un tumore al pancreas. Aveva 53 anni, e l’hanno tormentata fino all’ultimo respiro. Era chiaro che non ce l’avrebbe fatta, ma i medici non hanno avuto pietà. Aveva un marito, due figli, sorelle, padre, che la adoravano, e sarebbe stato un atto di umanità lasciarla in pace almeno gli ultimi giorni, lasciarla all’amore della sua famiglia.

No, la medicina ufficiale è inflessibile. Una volta che ti ammali diventi un’ unità di consumo, devi per forza, contro ogni logica, affidarti a cure che ti ammalano e ti sfibrano, a volte possono anche salvarti, ma non è per nulla garantito, mentre sono garantiti i danni gravissimi che il bombardamento chemioterapico fa agli altri organi che prima erano sani.

Anch’io mi sono operata di tumore, per fortuna preso in tempo, a un organo non vitale. Ancora prima dell’intervento chirurgico, ero già arruolata nel protocollo della chemioterapia. Mi sono fatta spiegare bene come funzionava. E ho detto “No, piuttosto mi sparo”. Seguo delle cure “alternative”.  Non so quanto vivrò, ma la mia qualità di vita è eccellente, e comunque ho già vissuto tanto. Penso invece a quei poveri genitori, che avevano già perso un figlio a 23 anni, e poi hanno visto morire Eleonora, e sono stati dalla sua parte a qualsiasi costo, e ora sono trattati come assassini, da una giustizia ingiusta che difende le cure ufficiali, come se fossero infallibili. È bella in foto Eleonora Bottaro,  ha il viso luminoso, sorride. Quel sorriso resta ai suoi genitori, che l’hanno amata tanto da rispettare la sua scelta più sacra, da sfidare per lei i monopoli appoggiati dalla legge.

Confidenze