Mariti e mogli famose: se lui fa un passo indietro

Mondo
Ascolta la storia

Il marito di Kamala Harris, vicepresidente Usa, rinuncia alla carriera per sostenere la moglie. Quanti lo fanno? Gli esempi non mancano, anche in Italia.

Siamo abituati a sentir dire che “dietro a una grande uomo c’è sempre una gran donna”.

Ma dietro a una grande donna?

È di questi giorni la notizia che il marito di Kamala Harris, la neo vicepresidente degli Stati Uniti, ha rinunciato alla sua carriera per sostenere la moglie in questo difficile incarico. Un’eccezione che conferma la regola secondo cui sono sempre le donne a rinunciare a qualcosa per sostenere il proprio compagno?

Del tema parliamo su Confidenze nell’articolo di Rossana Campisi Quando lui resta nell’ombra, dove si raccontano donne che, senza essere Kamala Harris, hanno avuto comunque al fianco mariti o compagni pronti a sostenerle e a sobbarcarsi al gestione della famiglia al posto loro.

Già perché il vero problema per tante donne in carriera non è solo dribblare l’ostilità maschile in ufficio, ma anche quella più sottile in casa e quando ci riescono senza sfasciare la famiglia, avviene il miracolo.

Penso a Marisa Bellisario, amministratore delegato dell’Italtel, una delle primissime figure femminili di primo piano negli anni 80, il marito Lionello Cantoni, (è stato vice rettore per l’Informatica all’Università di Torino) non ha mai oscurato la carriera della moglie; si conobbero entrambi in Olivetti a poi lui prese la strada della Fiat e la moglie quella tutta in salita di diventare una delle prime donne manager a capo di una multinazionale.

E penso anche a Letizia Moratti, ex sindaco di Milano dal 2006 al 2011, e prima ancora Ministro dell’Istruzione e Presidente Rai dal 1994 al 1996. In un’intervista, il compianto marito Gian Marco Moratti, petroliere, disse di lei che era troppo intelligente per non mettersi in gioco, eppure per tanti anni, anche durante il suo mandato come sindaco di Milano, Moratti rimase nell’ombra, (certo non era a casa a fare la calza…), ma lasciò per così dire le scene alla moglie, supportandola e aiutandola quando si rese necessario (come nel caso della gara per aggiudicarsi l’Expo 2015 a Milano).

E che dire del signor Merkel? Al secolo Joachim Sauer, professore di chimica fisica all’università di Berlino, Quasi nessuno sa che faccia abbia se non per qualche rara foto che li immortala insieme durante uno dei loro soggiorni estivi a Ischia.

In una società come quella occidentale dove il lavoro rappresenta la forma principale di realizzazione del sesso maschile, l’idea che ci sia chi è addirittura disposto a rinunciarvi (e non certo per demeriti) per fare posto alla consorte è ancora una notizia che finisce sulle prime pagine dei giornali.

Ma in fondo un esempio ancora più di lunga data ci arriva dalla blasonatissima Inghilterra: dove abbiamo il vero e autentico “principe consorte”. Filippo d’Edimburgo, marito di Elisabetta II del Regno Unito. Qualche tempo fa lessi una sua intervista dove accusava Meghan Markle, moglie del principe Harry, di non aver sostenuto il marito nel suo ruolo pubblico, facendo un passo indietro e restando nell’ombra, come invece fece lui quando, dopo aver sposato Elisabetta nel 1947,  lei venne incoronata Regina nel 1953. Un esempio di parità di coppia ante-litteram? Chissà…

Confidenze