Non resta che l’amore di Gabriella Turnaturi

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Una sociologa s'interroga sulla valenza democratica dell'amore, l'unico bene rimasto a cui tutti possono aspirare in ugual misura

“Senza alcuna pretesa di generalizzazione racconto alcuni frammenti del discorso amoroso italiano, traccio quasi una fenomenologia seppure incompleta delle aspettative, dei sogni, dei comportamenti riguardo all’universo amore. Ho tentato di ricostruire di cosa si nutra l’immaginario amoroso oggi in Italia ascoltando molte e complesse storie di vita, leggendo le lettere inviate alle poste del cuore, i racconti e i romanzi d’amore, i testi delle canzoni di maggiore successo, guardando i film, le serie e i programmi televisivi: così per farsi un’idea, per sondare gli umori. Mi sono trovata dinanzi a un grande caos a volte comico, a volte drammatico. L’amore oggi sembra essere per gli italiani, almeno nei sogni, un rifugio in un mondo senza cuore. Pressati dal mito dell’efficienza, da una precarietà ormai stabilizzata, da una flessibilità senza tregua non dovrebbe meravigliare che essi cerchino nell’amore gratificazione e riconoscimento. Donne e uomini italiani appaiono sospesi fra la nostalgia dei vecchi modelli relazionali, obsoleti ma rassicuranti, e il desiderio di sentirsi e di essere moderni; disincantati ma romantici; strenui difensori della propria libertà e al tempo stesso fragili, insicuri e intimoriti da una vita senza amore. Eppure si è tutti pazzi per amore, certo che l’amore sia un diritto, un bene democratico a cui tutti possono aspirare, forse l’unica esperienza egualitaria oggi disponibile a dispetto delle crescenti diseguaglianze”.

Io sono felice. Tantissimo.

Pasetti, ma che modo è? Si comincia così, una recensione?

Sì. Si comincia così se il testo lo ha scritto una scienziata sociale strepitosa che hai avuto la fortuna di avere come Professoressa e sì, si comincia così se dopo aver letto ti sei spellata le mani per l’aver troppo applaudito alla forma (complessa e completa ma scorrevole e sintetica) e alla consistenza che il metodo sociologico conferisce alla ricerca di risposte contemporanee possibili, mai certe, senza pretesa di generalizzazione.

Ho letto e consigliato per voi decine di libri, in questi anni. L’amore è sempre stata la guida per perderci tra lacrime, sospiri e felicissima infelicità. Che fosse un saggio di psicologia o un romanzo, la spiegazione era sempre e solo una: “nel mondo tutto ci divide e connota differenziandoci tranne l’amore, tranne il cuore”.

E invece no. E. Invece. No. Posto e tempo che vai amore che trovi.

Certo, la sociologia è scienza hard, rock. Devi sporcarti le mani, scendere per strada, circumnavigare il cuore passando per fegato, polmoni, costole, pelle, vestiti, creme, profumi, vento del nord o sole del sud. Devi prendere i tuoi desideri personali e mescolarli con la scoperta sconcertante che l’altro è Altro, devi sbattere contro i tradimenti leciti tuoi e inammissibili se la vittima sei tu, devi cadere nella rete e saperla tirare a riva liberandola dal pescato e dal canto delle sirene…insomma, “un magma incandescente. Tutto esplode nelle relazioni amorose proprio perché investite di troppe e contraddittorie aspettative”.

Un saggio bello, sincero, che ci invita a guardare oltre il sentimentalismo. Mi ricorda che da quella Scuola vengo, dall’umiltà di chi cerca ovunque, tra le perle e nel fango. Che se riesco a fare la giornalista in un modo sufficientemente buono è perché ho avuto grandi Maestri. E il mio grazie è per sempre.

 

Gabriella Turnaturi, Non resta che l’amore, il Mulino

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