Alzheimer, lo stile di vita che lo previene

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Nessuno purtroppo ha la formula magica per malattie temibili come l’Alzheimer. Ma sappiamo che certi comportamenti riducono il rischio. Controlla queste aree della tua vita

È la più comune causa di demenza, è in crescente aumento e rappresenta per l’Organizzazione mondiale della sanità una priorità mondiale di salute pubblica, insieme ad analoghe forme di decadimento cognitivo.

Sto parlando della malattia di Alzheimer, patologia neurodegenerativa che danneggia irreversibilmente le cellule nervose, provocando perdita della memoria e progressivo deterioramento delle altre capacità mentali.

Già oggi l’Alzheimer e simili forme di demenza colpiscono oltre 55 milioni di persone nel mondo. Si prevede che nel 2050 i casi saliranno all’impressionante cifra di 132 milioni: siamo una società che invecchia molto più che un tempo e le demenze, che vedono nell’età il principale fattore di rischio, ne sono un’inevitabile conseguenza.

Non disponiamo di cure risolutive per l’Alzheimer. Precise evidenze scientifiche ci dicono tuttavia che i giusti comportamenti possono ridurre le probabilità di sviluppare questa temibile malattia e in parte anche rallentarla.

Il mio consiglio? Assicurati di avere il pieno controllo di questi quattro aspetti della tua vita.

Alimentazione Seguire una dieta mirata non solo alla salute del corpo, ma anche a quella della mente è la prima attenzione da prestare per diminuire il rischio di declino cognitivo. Un interessante studio scandinavo di oltre una decina di anni fa era riuscito pure a quantificare di quanto: in chi seguiva la dieta più sana si era rilevato un rischio di sviluppare l’Alzheimer ridotto del 92% e per altre demenze ridotto dell’88%. Numeri obiettivamente significativi. Le migliorie che possiamo apportare all’alimentazione quotidiana sono tante e vanno dal perseguimento della calma glicemica – e quindi dal controllo dell’apporto di zuccheri e carboidrati raffinati nella dieta – all’abbondanza di verdure e frutta contenenti polifenoli e altre molecole antiossidanti; da generosi apporti di pesce azzurro ricco di DHA, acido grasso vitale per il cervello, all’equilibrio del microbiota intestinale, la cui alterazione (disbiosi) è responsabile di ricadute a livello cognitivo attraverso il cosiddetto asse intestino-cervello. In molti casi, è opportuna l’integrazione di nutraceutici specifici: vitamine del gruppo B, C, D, E, omega 3, probiotici e altri micronutrienti neuroprotettivi.

Attività mentale Restare intellettualmente attivi aiuta a prevenire la perdita di memoria e di altre capacità cognitive. Tra le cose più importanti che si possono fare, soprattutto per chi non svolge un’attività professionale che impegna la mente, ci sono cruciverba, puzzle e simili giochi cognitivi, tutti perfetti, quando praticati quotidianamente o quasi, per tenere il cervello in allenamento. Le ricerche attestano che imparare nuove abilità, anche tardi nella vita, ha effetti persino più potenti. Come apprendere una seconda lingua, ad esempio: gli individui bilingui mostrano una minore incidenza di Alzheimer e maggiori capacità di apprendimento e memoria.

Attività fisica Il movimento è una delle soluzioni più efficaci per ridurre il rischio di demenza. Quasi tutti gli sport contrastano il declino cognitivo. Lo fanno migliorando l’ossigenazione del cervello, riducendo l’infiammazione cerebrale, aumentando equilibrio e coordinazione, nonché promuovendo la sintesi di molecole necessarie al funzionamento cerebrale e alla memoria, tra cui il BDNF o fattore neurotrofico cerebrale e l’irisina, prodotta dai muscoli durante il movimento. Se non riesci o non puoi praticare un vero sport, imponiti almeno di fare una camminata veloce di 40 minuti a giorni alterni: studi specifici concludono che può essere sufficiente per incrementare le dimensioni dell’ippocampo, area del cervello legata alla memoria a breve e a lungo termine.

Socialità Non rinunciare a stringere e a mantenere nel tempo amicizie e relazioni, nemmeno con l’avanzare dell’età. Anzi, man mano che si invecchia la socializzazione diventa sempre più importante per il benessere mentale. L’isolamento sociale è documentatamente deleterio per la salute cerebrale: secondo alcune ricerche, può addirittura raddoppiare il rischio di demenza.

Questa non è la formula magica contro l’Alzheimer, che non esiste, perché nessuno purtroppo può garantire che, pur seguendo lo stile di vita più sano del mondo, non ci si ammalerà mai. Ma è certo che possiamo scegliere deliberatamente di mettere in atto comportamenti che aumentano il rischio o altri, come questi, che al contrario lo riducono.

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