I cibi in scatola che puoi consumare serenamente

Natura
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Lo scatolame è cibo industriale? Senza dubbio. Tuttavia, alcuni prodotti in scatola possono essere occasionalmente contemplati, perché così insalubri non sono. Di quali si tratta?

Anche se mi segui solo saltuariamente saprai ormai che sono un fan del cibo fresco, minimamente lavorato e di stagione, visto che ne enfatizzo le qualità a ogni pie’ sospinto. Gli alimenti con queste caratteristiche hanno un valore salutistico e nutrizionale aggiunto rispetto ai prodotti alimentari industriali e ipertrasformati di cui, ahimè, traboccano ormai gli scaffali di tutti i supermercati (persino quelli bio!).

Sono un fan, dicevo, ma non… un fanatico. Conosco fin troppi nutrizionisti, dietologi e dietisti “estremisti” che sarebbero pronti a fulminarvi se osaste consumare la pasta bianca invece che integrale o se dolcificaste quell’unico caffè della giornata con un cucchiaino raso di zucchero. Per carità… Se vi capitasse la sfortuna di imbattervi in un nutrizionista del genere, seguite il consiglio: scappate. Di invasati ce ne sono già a sufficienza, in tanti ambiti della vita, che ci mancano solo quelli alimentari.

Ecco perché oggi vi giro volentieri alcuni suggerimenti, relativi a quegli alimenti in scatola che comunque non sono cibo spazzatura, ma possono essere pacificamente considerati, perché tutt’altro che nocivi (all’interno comunque di una dieta globalmente sana e a predominanza di alimenti freschi, ok?).

I cibi in scatola hanno il pregio della praticità e, siccome ognuno di noi, oltre che pensare a prepararsi i pasti, nel frattempo deve vivere, sbrigando le incombenze di tutti i giorni, lo scatolame costituisce senz’altro una soluzione. A patto di scegliere quello giusto e di consumarlo solo occasionalmente, quando siamo di fretta. Questi sono i prodotti in scatola che puoi mettere nel carrello della spesa senza preoccupazioni.

Pesce

Che si tratti di tonno, sgombro, sardine o salmone, il pesce in scatola è sempre un’opzione interessante per chi ha necessità di preparare rapidamente i propri menu. O perlomeno qualcuno di loro, come la “schiscetta” da portare al lavoro. Cercane le versioni al naturale, conservate in acqua, prive di olio (che in genere è pure di scarsa qualità) e spesso senza le grandi quantità di sodio che caratterizzano i cibi in scatola. Personalmente, riesco a trovare con più facilità il salmone selvaggio (ovvero non di allevamento) in scatola che fresco.

Legumi

Certo, sarebbe di gran lunga preferibile acquistare i legumi secchi, metterli a bagno per ore e poi cuocerli per i tempi lunghi tipicamente necessari. Ma se il tempo a disposizione non c’è? I legumi in scatola rappresentano una degna alternativa. Fagioli, ceci, lenticchie, piselli, fave & Co., anche se già cotti e inscatolati, mantengono sostanzialmente il loro valore nutrizionale. La cautela però è di sciacquarli molto a lungo (minuti, non secondi), per ridurre il contenuto di sale che viene aggiunto ed eliminare il liquido di governo, carico di sostanze antinutrienti. A quel punto, i legumi in scatola sono ok. Tranne per chi soffre di gonfiore addominale e sindrome dell’intestino irritabile: le aziende produttrici, per evitare che i legumi in scatola si sfaldino e che il consumatore si trovi di fronte a una poltiglia nel momento in cui apre la scatola, cuociono solo brevemente i legumi, cosa che ne peggiora la digeribilità.

Verdure

Sì, anche molte verdure possono essere acquistate tranquillamente nella loro versione in scatola. Il processo produttivo prevede di solito un inscatolamento rapido degli ortaggi dopo la raccolta e quindi ne preserva molti nutrienti e antiossidanti. Al di là della “nostranissima” passata di pomodoro, troviamo in commercio inscatolati fagiolini, carotine, funghi, asparagi, carciofi, barbabietole e altri ortaggi ancora. Anche il mais, che, a rigor di botanica, è un cereale, è una più che decente soluzione quando inscatolato. L’importante è che le verdure in scatola siano sempre al naturale, senza aggiunte strane: l’etichetta dirime ogni dubbio.

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