L’alimentazione dei bambini piccoli: 5 errori da evitare

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Non tutti i genitori sanno come rispettare le esigenze nutrizionali dei più piccoli, né quanto sia cruciale l’educazione del loro gusto. Questi sono 5 importanti sbagli in cui non incorrere

L’alimentazione nei primi anni di vita è fondamentale per il sano sviluppo fisico e cognitivo dei bambini. Tuttavia, persino i genitori più attenti possono commettere sbagli nel gestire la dieta dei loro piccoli. Se il tuo bimbo ha da 1 a 3 anni, o se conosci qualche famiglia con un figlio in questa fascia di età, voglio segnalarti quali sono i 5 errori alimentari più critici che riscontro nella mia pratica professionale e che mamme e papà devono evitare.

1. Dieta monotona La maggior parte degli adulti che conosco ha un’alimentazione poco varia (benché ritenga il contrario). Inevitabile che ciò si traduca in una dieta monotona anche per il bambino. La varietà alimentare è indispensabile per fornire all’organismo in crescita tutti i nutrienti di cui ha necessità. Offrigli, allora, la più vasta gamma di cibi: verdura, frutta, cereali integrali, proteine magre e latticini, legumi, frutta a guscio, alternando, all’interno di ciascuna di queste categorie, tutte le diverse varietà. Nei primi anni di vita, questo assolve anche al non secondario scopo di educare il gusto: i condizionamenti del gusto nella prima infanzia, sia in positivo che in negativo, sono difficili da sradicare più in là nel tempo. Se non vuoi ritrovarti che, per troppi anni a venire, tuo figlio mangi solo pasta in bianco, formaggino e banana e rifiuti tutto il resto, approfitta di questa fase della sua vita particolarmente malleabile per fargli sperimentare ogni alimento.

2. Consumo di sale Fino ai 12 mesi deve essere rigorosamente bandito. Poi, tecnicamente, il sale potrebbe essere aggiunto agli alimenti, con moderazione e gradualità. Peccato che abituare i bimbi ai sapori salati rappresenti una scelta che influenzerà il loro futuro alimentare, persino da adulti, esponendoli al rischio di un maggior consumo di alimenti ultraprocessati (snack industriali e cibo spazzatura in genere), implicati in un’ampia serie di patologie, tra cui obesità e diabete di tipo 2. Non c’è alcuna fretta di introdurre il sale nella dieta. Occhio anche ai cibi confezionati, che spesso di sale sono ricchi. Preferiscigli gli alimenti freschi e non trasformati.

3. Consumo di zucchero Altrettanto, se non addirittura più critico, risulta l’inserimento precoce nella dieta dei bambini dello zucchero e di tutto ciò che lo contiene: dolci di ogni tipo, bibite colorate e quant’altro. Va prestata attenzione anche allo zucchero “mascherato” (il mio ultimo articolo qui sul blog era dedicato proprio a questo argomento: l’avevi letto?). L’essere umano non ha bisogno di zucchero aggiunto a cibi e bevande. Fa’ un regalo a tuo figlio: non abituarlo al gusto dolce.

4. Forzare il bimbo a mangiare Se rispetti le tre raccomandazioni precedenti, sarà facilissimo, anzi automatico: tuo figlio manterrà la fisiologica capacità di autoregolazione nell’assunzione di cibo, mangiando di più o di meno a seconda del naturale senso di fame. Al contrario, un’alimentazione povera di alimenti “veri”, freschi, non manipolati e con prodotti industriali, zucchero e sale è in grado di alterare, anche potentemente, i segnali di sazietà. Costringere il bambino a finire il piatto rende l’esperienza del pasto stressante anziché gratificante. È in grado di fargli perdere il piacere del cibo, contribuendo a creare un rapporto negativo con il cibo anche nel lungo termine, e può condurre alla perdita dell’attitudine all’ascolto dei propri bisogni alimentari, aumentando il rischio di sovrappeso e obesità.

5. Distribuire male i pasti I bambini in crescita hanno bisogno per il loro sviluppo di un costante apporto di energia e nutrienti. Pianifica pasti e spuntini equilibrati, articolandoli in cinque momenti quotidiani: colazione (fondamentale!), spuntino di metà mattina, pranzo, merenda e cena.

Se hai preoccupazioni specifiche legate alla dieta di tuo figlio, o se vuoi semplicemente assicurarti che l’approccio all’alimentazione adottato sia realmente equilibrato, confrontati con il pediatra o con il nutrizionista.

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