Carissima Olivia, sei stata incredibile

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A 73 anni si è spenta Olivia Newton John, la mitica Sandy di Grease. Un'attrice che ha reso migliori le vite di tutti noi, come sostiene John Travolta

«Mia carissima Olivia, hai reso migliori le vite di tutti noi. Il tuo impatto è stato incredibile».

Così, John Travolta ha salutato Olivia Newton John, l’indimenticabile Sandy di Grease, che dopo una lunga malattia si è spenta ieri, a 73 anni, nel suo ranch in California circondata dall’affetto dei parenti.

Quelle parole, Danny Zuko (alias Travolta) è come se le avesse strappate di bocca a me. Infatti, l’impatto della biondina per bene innamorata del compagno di scuola che più bullo non si può di certo ha reso migliore anche la mia vita.

Ma partiamo dall’inizio. Siamo nel settembre 1978 e io ho appena iniziato la prima liceo. Quindi, eccomi nel pieno di un’età fantastica. A 14 anni, infatti, tutto va bene, il futuro ti sorride, sei ancora cucciolo ma pronto a spiccare il volo. E, finalmente, se vai al cinema è perché l’hai deciso tu e non i tuoi genitori.

In realtà, l’unico ricordo della prima volta che ho visto Grease è che mi sono ripromessa di tornarci il giorno dopo, trascinando le amiche. Quindi, il pomeriggio successivo entro nella sala dell’Apollo gremita come un autobus nell’ora di punta (si era già sparsa la voce sul fatto che il film diretto da Randal Kleiser fosse imperdibile).

Non c’è una poltrona libera, perciò con il gruppetto mi unisco ad altri ragazzini senza-posto e mi siedo con loro per terra fra lo schermo e la prima fila. Dopodiché, parte la pellicola in un crescendo di scene e canzoni strepitose.

L’apoteosi, però, arriva alla fine del film. Cioè, quando Sandy in tutina nera e vaporosi boccoli freschi di parrucchiere fa capire agli spettatori (ma soprattutto all’amato) di aver abbandonato lo stile bonton per uno molto più aggressivo. E di essersi lasciata alle spalle inibizioni incompatibili con la vera passione. Tant’è che a suon di You’re the one that I want (youuuuu huuu huuu) ribadisce di avere un unico desiderio: consacrarsi a Danny.

Wow, mentre scrivo mi vengono ancora i brividi. Gli stessi che mi hanno portato al cinema 14 volte di fila in un mese (con una lodevole media di uno spettacolo ogni due giorni). E spinta, nel corso degli anni, a non prendere impegni nelle sere in cui sapevo che Grease sarebbe stato trasmesso in televisione.

Morale, ancora oggi potrei recitare tutti i dialoghi a memoria. E, pur stonata come una campana, cantare le canzoni, comprese le meno sentite nelle hit come Look at me, I’m Sandra Dee o Rock’n roll is here to stay.

Inoltre, appartengo all’enorme fetta di pubblico convinta che il film sia un assoluto CAPOLAVORO, scritto non a caso con lettere maiuscole dalla prima all’ultima!

A confermarlo ci sono i dati. Nell’anno di uscita, solo in Italia Grease ha incassato l’equivalente di 18 milioni di euro. Ma non finisce qui: nel ’79 si è aggiudicato una nomination all’Oscar per il brano Hopelessly devoted to you e cinque ai Golden Globe. Come se non bastasse, poi, nel 2020 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Scusate se è poco. D’altronde, la storia ambientata negli anni ’50 è deliziosa. La colonna sonora fa venir voglia di ballare a chiunque. John Travolta merita mille applausi. Ma, soprattutto, se Sandy è diventata un mito per tutte le ragazze della mia generazione (e di tante altre) è perché Olivia Newton John l’ha interpretata magistralmente. Rendendo credibile al 100% l’ingenua studentessa secchiona e un po’ suorina hopelessly devoted to Danny il burinotto. R.I.P. Olly.

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