La cura del sorriso

Cuore
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Ridere è una vera terapia, che non costa nulla, non ha controindicazioni né effetti collaterali e fa bene al corpo, allo spirito, alle relazioni. Come esercitarci a farlo più spesso

 

“Ridere è una cura, è parte della guarigione”. Prendo in prestito le parole di Tiziano Terzani, il grande giornalista, scrittore, viaggiatore e ricercatore spirituale scomparso nel 2004. In un frammento d’intervista ancora accessibile su YouTube, Terzani tesseva le lodi del sorriso, anzi si spingeva oltre e celebrava il potere terapeutico della risata, che del sorriso è la versione più potente e liberatoria.

 

Terzani aveva testato su di sé i benefici del ridere e credo che chiunque abbia sperimentato la sensazione di benessere che si prova dopo una bella risata.

 

Chi mantenesse un certo scetticismo, sappia che esistono persino evidenze scientifiche che dimostrano le conseguenze positive della risata sulla salute. Ridere con buona frequenza riduce i livelli del cortisolo, l’ormone dello stress, ha effetti detensivi che si riverberano sulla pressione arteriosa e su altri fattori di rischio cardiovascolare, migliora le connessioni cerebrali e facilita l’apprendimento, forse anche perché mitiga l’ansia e la paura del nuovo che sono spesso barriere quando si tratta di imparare qualcosa.

 

Alcuni protocolli di cura del cancro, in uso soprattutto in Oriente e negli Stati Uniti, prevedono addirittura esercizi capaci di scatenare il riso per aumentare l’efficacia delle terapie e potenziare la risposta immunitaria dei malati, senza contare che ridere stimola la liberazione di endorfine, sostanze prodotte dal corpo con proprietà antidolorifiche ed eccitanti. Saper ridere di sé, poi, aiuta a prendere le distanze da un problema e a vedere soluzioni non previste.

 

Qualcuno pensa che per ridere bisogna essere sereni e soddisfatti. Ebbene, la psicologia positiva e  alcuni esperimenti condotti dall’Università di Würzburg ci dicono che sforzarsi di ridere quando non si sente la voglia di farlo attiva modifiche nella dinamica delle emozioni, con il risultato che anche la risata “artificiale” aiuta a recuperare il buonumore.

 

Credo ce ne sia abbastanza per cercare tutte le occasioni utili per mettere in moto i muscoli della faccia e ridere di gusto. Possiamo scegliere qualche lettura spassosa, dai libri di barzellette ai racconti di Pelham G. Wodehouse, un vero maestro di stile e di umorismo. In internet circolano tanti filmati esilaranti, mentre la visione di un film comico per intero offre un passatempo altrettanto allegro e meno fugace. Senza spendere un euro, possiamo guardare con occhi nuovi i nostri figli o nipoti piccoli, che sanno gioire di tante cose (il riso è contagioso, come lo sbadiglio), oppure cedere alla moda dei selfie e scattarci foto in pose buffe o con accessori che mai ci sogneremmo di indossare per strada.

 

Una volta iniziato il gioco, l’ispirazione per trovare nuove idee tenderà ad alimentari da sola e sarà parte del divertimento. Così potremo realizzare l’augurio di buona salute che lanciava Terzani e che sottoscrivo: iniziare e terminare ogni giorno con una bella risata.

Confidenze